Gli "ospiti" più illustri sono senza
dubbio i Bronzi di Riace ma sono assai di più le meraviglie
esposte sugli 11 mila metri quadrati del rinnovato e
riqualificato Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria,
il più visitato del Sud dopo quello di Capodimonte, riaperto
oggi a Palazzo Piacentini. E molti dei magnifici reperti sono
inediti. Ma, come sottolinea lo stesso ministro Dario
Franceschini oggi in Calabria assieme al premier Matteo Renzi,
questo scrigno di meraviglie della Magna Grecia è soprattutto un
luogo "simbolo" della sfida vinta del sistema museale italiano.
"Un museo che conquista i suoi visitatori, accompagnandoli
nell'affascinante storia dell'antichità calabrese, sviluppata
dal Paleolitico alla tarda età romana su quattro livelli di
esposizione permanente" spiega il direttore Carmelo Malacrino.
Il percorso di visita, che si snoda in oltre 200 vetrine,
esordisce con le testimonianze più remote della frequentazione
umana in Calabria da parte sia dell'uomo di Neanderthal che
dell'Homo Sapiens, poi si passa alle città-Stato e santuari
della Magna Grecia, dagli aspetti della vita quotidiana ai
corredi funerari dalle necropoli di Gioia Tauro e di Locri. Si
passa poi ai popoli di stirpe italica, i Lucani e i Bretii, che
conquistarono le città magno greche ponendo fine a un periodo di
splendore. Infine il percorso di visita porta alla città di
Reggio Calabria: da una sintesi ragionata di reperti che ne
illustrano la lunga storia e il rigoglioso sviluppo fino al
meraviglioso capitolo della statuaria greca di bronzo riemersa
dal mare, dai Bronzi di Riace e a quelli di Porticello, oggi
esposti in una speciale sala climatizzata "anti-corrosione".
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