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La Via Crucis di Botero, il dramma della Passione

A Roma per prima volta ciclo di 63 opere dell'artista colombiano

La Via Crucis di Fernando Botero, in cui il celebre artista colombiano racconta il dramma della Passione di Cristo, creando una svolta profonda anche nel suo stile pittorico, arriva per la prima volta a Roma per una grande mostra allestita a Palazzo delle Esposizioni a Roma dal 13 febbraio all'1 maggio. La rassegna presenta le 63 opere, di cui 27 dipinti a olio e 36 disegni, realizzate tra il 2010 e il 2011 e donati da Botero al Museo di Antioquia di Medellin nel 2012, in occasione del suo ottantesimo compleanno. Intitolata 'Via Crucis, La Passione di Cristo', l'importante esposizione è promossa da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura e allo Sport e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con il Museo di Antioquia di Medellin e Glocal Project Consulting.

Si tratta infatti di una mostra itinerante che giunge nella capitale quale tappa di un circuito internazionale che ha già visto edizioni tra l'altro a New York, Medellin, Lisbona, Panama e in Italia a Palermo. Nato a Medellin (Colombia) nel 1932, Fernando Botero è uno degli artisti più popolari al mondo e divide la sua attività tra Parigi, New York, Montecarlo e Pietrasanta, la 'piccola Atene' versiliese. A Partire dagli anni duemila, la sua poetica è andata cambiando. Dopo la serie di Abu Ghraib, dove nel 2005 l'artista aveva raccontato gli orrore del carcere e della tortura, ecco dunque un'ulteriore riflessione sul dramma e sulla sofferenza umana, allontanando da quel segno rotondo e dal colore pieno ogni traccia satira e ironia. Del resto Botero per questa sua Via Crucis si trova ad affrontare uno dei grandi temi dell'iconografia sacra fin dal Rinascimento.

Come spiega egli stesso,''una bellissima tradizione iconografica in cui gli artisti mescolavano realtà quotidiana e storia. Mi sono preso la stessa libertà di mescolare certe realtà latinoamericane col tema biblico''. Botero non è nuovo ai soggetti di carattere religioso, tant'è che proprio a Pietrasanta ha affrescato una piccola chiesa del centro storico, senza venir meno in quel caso alla sua vena gioiosa e straripante. Nel caso però della della passione e morte di Gesù Cristo, pur mantenendo la forza del proprio stile, il maestro ha proposto un cambiamento delle sue motivazioni. ''Ho realizzato questa serie - precisa - perché descrive un momento fondamentale della vita di Gesù. Non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto''.

Le 63 opere, che saranno allestite a Palazzo delle Esposizioni, rappresentano così una svolta nella carriera dell'artista colombiano, senza per questo mettere in ombra il tratto originale e peculiare del linguaggio che lo ha reso famoso. L'opera di Fernando Botero offre in genere molteplici livelli di lettura, in particolare per l'ispirazione che negli anni ha tratto dai protagonisti dell'arte classica come Paolo Uccello, Rubens, Velázquez, Cezanne e Picasso, costruendo mondi sensuali, popolati da esseri colmi di un piacere immenso e felice, attraverso quell'abbondanza tranquilla e sontuosa delle forme. Grazie alla persistente influenza delle espressioni artistiche della sua terra natale, nella Via Crucis le dolci sembianze, le idee e le forme che sembrano così stabili, vengono attraversate da quello sconvolgimento in cui dolore e tragedia si plasmano, senza abbandonare il suo particolare sguardo deformante.

Tra i segni distintivi della serie rimane del resto lo stupefacente uso del colore che carica le opere di seducente bellezza, dando vita a raffigurazioni intense e potenti, capaci di trasmettere pathos ed emozione. Anche qui crudeltà e dramma si espandono in forme rassicuranti, solide dando vita a un vero e proprio corto circuito mentre ogni personaggio della Via Crucis prende parte al mistero della Passione rendendo l'intero ciclo particolarmente attuale.

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