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Arte e critica, il tempo di Dorfles

Arte e critica, il tempo di Dorfles

Da domani al Macro oltre 100 opere del maestro triestino

28 novembre 2015, 13:46

Nicoletta Castagni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con una grande personale di oltre cento opere, Roma celebra Gillo Dorfles artista, critico, designer e straordinario indagatore dei tempi. Messo in luce perfettamente dall'allestimento che, negli spazi del Macro fino al 30 marzo, fa ripercorrere a ritroso nei decenni gli 80 anni di attività, libera da ogni ideologia, del maestro triestino: dai dipinti più recenti (anche un fulminante autoritratto del 2005) alle astrazioni dell'Arte Concreta agli esordi nel segno del surrealismo europeo.
Presentata oggi alla stampa, 'Gillo Dorfles. Essere nel tempo' è il risultato di molte forze, tra cui la Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, il Centro interdisciplinare di ricerca sul paesaggio contemporaneo, Zetema Progetto Cultura. A curarla Achille Bonito Oliva con il coordinamento scientifico e progetto di allestimento di Fulvio Caldarelli e Maurizio Rossi, che hanno saputo interpretare lo spirito di Dorfles, ben presente, acuto, illuminante nonostante i suoi 105 anni di età, che non gli vietano ancora di prendere in mano il pennello.
''Dipingere è fare qualcosa di artistico, mentre quando scrivo sono un reporter del momento - spiega, scegliendo accuratamente le parole - Non ho l'ambizione di essere uno scrittore letterario, ho invece quella di pittore, o almeno nel settore visivo''. Eppure, prosegue, ''sono un autodidatta e mi viene rinfacciato. Siccome non mi sono formato in una scuola, mi negano il diritto di esistere''.
La sua, sostiene con un filo di ironia, ''non è stata libertà, ma incoscienza''. Difficile credergli, dal momento che la sua lezione di ricerca, studio, apertura mentale ha sostenuto la cultura italiana per quasi un secolo. Artista neorinascimentale, o meglio, come l'ha definito Bonito Oliva, ''il Vasari del '900', Dorfles non si è mai lasciato toccare dalle diatribe ideologiche che molto hanno nuociuto all'arte in generale nel secolo scorso. ''E' uno dei pochi teorici dell'arte - ha sottolineato il curatore - che non ha spazzato via il Futurismo o la Metafisica. Dorfles è una sorta di Don Giovanni dell'arte e della critica, che nel suo lavoro conserva ed elabora elementi di Dadaismo, Futurismo, persino della Transavanguardia''.
Pensando all'epoca della sua maturità, è sorprendente non individuare nella sua produzione alcun segnale del fanatismo che caratterizzò la diatriba tra astrazione e figurazione. Anzi, a proposito di Dorfles, ha ribadito Bonito Oliva, si può parlare di ''mescolanza figurabile''.
''Un artista unico'' nel panorama italiano del XX secolo, proprio per questo suo ''doppio gioco'' inconscio che ne ha fatto uno dei padri storici della cultura visiva italiana, tra produzione artistica, pensiero critico e teorie estetiche.
Ovviamente nell'antologica del Macro è stato privilegiato il lato dell'arte, con la riproposizione di dipinti, disegni, grafica, ma anche una selezione di ceramiche e gioielli. ''Sono opere che danno gioia, che rendono felici, forse per il loro erotismo involontario'', commenta Bonito Oliva visitando la mostra. E definisce Dorfles ''erotico, eretico, erratico'' prendendo in prestito la citazione di un altro grande del '900, Osvaldo Licini, a sottolineare la versatilità dell'artista e del pensatore.
Un maestro dalla doppia identità, sempre calato in un ''furor manuale e mentale'', nomade della cultura, forse per questo sempre disponibile, in dialogo anche con le generazioni successive. Non a caso 'n questa mostra -conclude Bonito Oliva - c'è soprattutto la memoria di un'idea di arte capace di testimoniare la coesistenza della differenza''.

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