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Pablo Echaurren, l'arte 'contro'

Pablo Echaurren, l'arte 'contro'

In 200 opere l'impegno sociale e politico, dal 20/11 alla Gnam

ROMA, 02 dicembre 2015, 17:47

Nicoletta Castagni

ANSACheck

MOSTRA ECHAURREN - RIPRODUZIONE RISERVATA

MOSTRA ECHAURREN - RIPRODUZIONE RISERVATA
MOSTRA ECHAURREN - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quadratini, fumetti, collage, grandi tele, murales, bozzetti e disegni mai visti, che riemergono per la prima volta e raccontano anni controversi, creativi, vitali, disperati: è la grande mostra dedicata all'opera di Pablo Echaurren allestita da domani al 3 aprile negli spazi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Esposti circa 200 lavori, che consentono di ripercorrere l'intera produzione dell'artista, dagli esordi ispirati al Dadaismo alle serie pittoriche realizzate negli anni '90 e 2000, riletta alla luce del filo rosso dell'impegno sociale e politico che contraddistingue la cifra stilistica di Echaurren senza soluzione di continuità.
Presentata dalla direttrice della Gnam Cristiana Collu, alla sua prima uscita dopo la recente nomina, e dalla curatrice Angelandreina Rorro, la rassegna rappresenta una novità anche per Echaurren, che approda nell'importante istituzione museale, di valenza nazionale, proprio con 'Contropittura', un percorso interamente puntato sugli aspetti di rottura, di contestazione e sulla ricerca di un linguaggio in grado di esprimere tutta l'arte che c'è nella vita. Dirompente, spiazzante, ironica, satirica, tormentata, mai piegata al mercato, l'opera dell'artista conferma ancora una volta quella coerenza poetica che non è mai venuta meno né con un successo davvero precoce né con i travagli generati dall'attività politica nei movimenti degli anni '70, né tantomeno con quella che il maestro chiama 'damnatio memoriae' che accompagna un passato ingombrante e che, dice, "è il carburante del mio lavoro".
E d'altra parte questa bella mostra nasce appunto dalla riscoperta di bozzetti, disegni, taccuini in cui si raccoglieva l'attività svolta nel quotidiano 'Lotta continua' (ma non solo), rinvenuti da Echaurren pochi anni fa, nella casa al mare, e acquisiti dalla Beinecke Rare Book & Manuscript Library dell'Università di Yale con altre carte dell'artista. "Per capire cosa ci fosse scritto, il responsabile Kevin Repp ha voluto imparare l'italiano", racconta Echaurren sottolineando l'impegno dell'ateneo americano a reperire e acquisire archivi di artisti e letterati attivi nei movimenti europei della contestazione giovanile. Per il momento sembra non esserci interesse nel vecchio continente, ma, aggiunge Repp, "quando si tornerà a studiare quel periodo, dovranno chiedere a noi quelle carte". Opere nuove, sconosciute, che permettono di approfondire il lavoro di un artista omaggiato non ancora ventenne con un disegno, esposto per la prima volta al pubblico, di Cy Twombly, che si sentiva in sintonia con il giovane Pablo e i suoi primi piccoli dipinti dal segno lieve e rarefatto.
Una serie di disegni, anch'essi mai esposti, dove sono evidenti i rimandi al linguaggio dadaista usato al fine denunciare, nel '77, il mondo illusionistico dei media e la retorica politica, mettendo così a nudo i meccanismi del consenso. Un figlio d'arte (il padre è il pittore cileno Roberto Sebastian Matta Echaurren) che rinuncia alla pittura per l'impegno politico e che, dopo l'assassinio Moro, si ritira e inizia una lunga riflessione accompagnata dalla passione collezionistica per il movimento futurista. Ecco quindi i bellissimi collage ad esso ispirati e quindi il ritorno alla pittura, in cui si palesa sotto altre forme quella tensione sociale e critica, sempre intellettualmente lucida, tipica della produzione di Echaurren.
Di grande impatto le tele disseminate di grafismi, dedicate al Piazza Tienanmen o alla caduta del muro di Berlino, affollate di richiami al mondo del fumetto, che in Pablo era stato dominante negli anni '70, in una continua, caparbia contaminazione tra alto e basso, tra segno artigianale e arte.
"Io ho sempre creduto - conclude Echaurren - in un'arte moltiplicata, per la quale ho abbandonato il mondo asfittico della cultura".

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