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Impressionisti e non solo al Palaexpò

Impressionisti e non solo al Palaexpò

Dal 16 ottobre tre grandi rassegne inaugurano nuova stagione

ROMA 3 OTT, 03 ottobre 2015, 18:58

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Nesterov: La terra in ascolto, 1965, Olio su tela, 159 255,5 cm, Istituto dell 'Arte Realista Russa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nesterov:  La terra in ascolto, 1965, Olio su tela, 159 255,5 cm, Istituto dell 'Arte Realista Russa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nesterov: La terra in ascolto, 1965, Olio su tela, 159 255,5 cm, Istituto dell 'Arte Realista Russa - RIPRODUZIONE RISERVATA

I capolavori dei maestri impressionisti e moderni custoditi alla Phillips Collection di Washington, quelli del Liberty italiano nel percorso espositivo ideato dal Museo d'Orsay, un secolo di arte sovietica attraverso le opere dell'Istituto dell'Arte Realista Russa di Mosca: con queste tre grandi mostre, il 16 ottobre Palazzo delle Esposizioni inaugura la nuova stagione autunnale. Iniziative di respiro internazionale che ribadiscono la capacità dell'istituzione romana di collaborare con i maggiori musei del mondo per mettere a punto rassegne di indiscusso richiamo. A partire proprio da 'Impressionisti e moderni.

Capolavori dalla Phillips Collection di Washington', che presenta 62 dipinti provenienti dal primo museo americano di arte moderna, fondato da Duncan Phillips nel 1921. Curata da Susan Behrends Frank, la mostra (che resterà aperta fino al 14 febbraio) è incentrata sulla pittura europea e americana in un arco di tempo che va dall'inizio del XIX secolo fino al secondo dopoguerra. Occasione dunque straordinaria per ammirare un'incredibile varietà di capolavori ottocenteschi, realizzati da celebrati maestri quali Ingres, Delacroix, Goya, Courbet, Daumier e Manet, in dialogo con i pittori impressionisti e post-impressionisti, da Monet a Cezanne, da Degas a Van Gogh a Sisley.

Un posto di spicco spetta ai principali esponenti delle Avanguardie storiche come Bonnard, Braque, Gris, Kandinskij, Kokoschka, Matisse, Modigliani, Picasso, Soutine e Vuillard, in un allestimento che li vede accanto ai protagonisti dell'arte americana come Dove e Georgia O'Keeffe, fino a De Stael, Diebenkorn, Gottlieb, Guston e Rothko. Si intitola 'Una dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940' la rassegna che arriva dal d'Orsay, la prima dedicata da un grande museo europeo alle arti decorative italiane del primo '900. Ideata e curata dal presidente Guy Cogeval con la conservatrice Beatrice Avanzi, e Maria Paola Maino e Irene de Guttry, la mostra propone circa 170 opere tra arti decorative e plastiche. Scaturito dall'Art Nouveau, lo stile Liberty o floreale, trionfa all'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Torino nel 1902 variamente interpretato nelle opere di artisti come Galileo Chini, Eugenio Quarti, Ernesto Basile.

La mostra analizza anche le tendenze simboliste (Previati, Pellizza da Volpedo) e le influenze futuriste (Balla e Depero), mentre con il Ritorno all'ordine sono di scena le soluzioni di de Chirico, Savinio o Casorati. 'Russia on the road (1920-1990)' (fino al 15 dicembre), realizzata in collaborazione con l'Istituto dell'Arte Realista Russa di Mosca, allestisce circa 60 dipinti provenienti, oltre che dalle collezioni dell'Istituto, anche dai principali musei del paese, come la Galleria Tret'jakov o il Museo di Stato russo. La rassegna prende in esame quasi un secolo di storia dell'arte russa, in gran parte coincidente con l'esperienza sovietica, un'epoca in cui si tentò di trasformare le utopie in realtà e la realtà in mito.

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