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Malevic, l'Avanguardia in 70 capolavori

Malevic, l'Avanguardia in 70 capolavori

Dal 2/10 a Bergamo le opere del grande artista russo

30 agosto 2015, 14:21

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Bergamo, mostra dedicata a Malevic - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bergamo, mostra dedicata a Malevic - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bergamo, mostra dedicata a Malevic - RIPRODUZIONE RISERVATA

Oltre 70 opere di Kazimir Malevic, affiancate da quelle dei maggiori rappresentanti della pittura russa del primo '900, ricostruiranno dal 2 ottobre al 17 gennaio, negli spazi della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, il percorso creativo del maestro considerato, con Picasso e Duchamp, uno dei pionieri delle avanguardie del XX secolo. Dall'esordio simbolista e neoimpressionista alla creazione del Suprematismo fino alle forzate concessioni (creative anch'esse) al Realismo socialista, la produzione di Malevic sarà riproposta al pubblico nelle sue numerose sfaccettature, compresa la riedizione della 'Vittoria sul Sole' (allestimento inedito) , prima opera totale di musica, arte, poesia e teatro. Curata da Eugenia Petrova e Giacinto Di Pietrantonio, 'Malevic' è stata coprodotta dalla Gamec e da Giunti Arte mostre musei, in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e rappresenta forse la retrospettiva più accurata ed esaustiva sull'artista mai realizzata in Italia. L'iniziativa espositiva si tiene infatti in occasione dei cento anni dalla nascita del Suprematismo (già ricordato lo scorso anno alla Tate Gallery), la più radicale tra le avanguardie storiche del '900. Figura centrale e insostituibile dell'arte moderna, l'artista russo è dunque universalmente considerato parte della triade pioneristica che ha aperto le nuove strade dell'espressione artistica. Per la critica internazionale, se Picasso ha contribuito maggiormente al rinnovamento della tradizione figurativa e Duchamp di quella concettuale, Malevic è colui che ha dato vita all'egemonia della tradizione dell'arte astratta, ancora oggi determinante. Ma non fu solo il padre del Suprematismo, e la mostra di Bergamo ne esplora i molti volti con una scansione di tipo cronologico. Si parte dagli inizi simbolisti e neoimpressionisti, passando per il Cubofuturismo, movimento che sintetizzava le conquiste del Cubismo francese di Braque e Picasso e del Futurismo italiano di Balla e Boccioni. Un percorso iniziale condiviso con diversi artisti russi della sua generazione, primo fra tutti Kandinskij, con cui partecipa alle prime collettive d'avanguardia, testimoniato da opere come raffiguranti paesaggi con filari di alberi (1906) o il famoso autoritratto con fiocco rosso del 1907, affiancati a lavori dell'arte russa precedente o coeva. Si prosegue con un'approfondita sezione incentrata sugli anni dieci del '900, all'inizio dei quali (precisamente nel 1913) Malevic redigeva (insieme ad altri), il Manifesto del Primo Congresso Futurista. Fra le opere esposte figurano le celebri 'Mucca e violino' (1913), 'Ritratto perfetto di Ivan Kljun' (1913), 'Composizione con La Gioconda' (1914). Sempre in questo ambito, ecco, in una grande sala, la riedizione de 'La Vittoria sul Sole', opera totale di musica, arte, poesia e teatro, creata da Malevic con Michail Matjusin e AleksejKrucenych, nella quale sono visibili i germi del Suprematismo, con un primo accenno al 'Quadrato nero'. Tale opera, rappresentata una sola volta nel 1913, è stata filologicamente ricomposta sui disegni originali dell'artista (presenti in mostra), sulla musica e sui testi ritrovati negli archivi, dove erano stati sepolti durante gli anni del regime, e sulle poche immagini fotografiche esistenti. Si arriva poi al 1915, quando, in occasione dell'Ultima Mostra Futurista, Malevic lancia il Suprematismo, con l'intenzione di affermare il predominio della pura sensibilità dell'arte, cercando (come del resto già il Futurismo) applicazioni non solo in pittura, ma anche in architettura e design, soprattutto a livello di sperimentazione e modellistica. In questa sezione sono riuniti capolavori come 'Quadrato Rosso' (1915), 'Suprematismo' (1915-1916), nonché la sua opera più riconosciuta, il 'Quadrato nero', insieme a 'Cerchio nero e Croce nera' (1923). Le opere suprematiste, pur costituendo il nucleo centrale della mostra, non esauriscono l'indagine sull'evoluzione artistica di Malevic, attivo fino al 1934, un anno prima della sua morte. La mostra analizza altri due periodi, in cui è possibile ravvisare la progressiva stalinizzazione della Russia che sottopose a censura artisti e intellettuali spingendoli ad abbracciare i dettami del realismo socialista. A questa costrizione Malevic, obbligato a rimanere in Russia, risponde dapprima con la figurazione, accostando geometriche zone di colore volte a formare uomini e donne manichino, e in cui le teste, ovali senza volto, ricordano in parte i manichini di de Chirico. In ultima analisi, i principi fondanti del Suprematismo riemergono in alcuni quadri in modo evidente. Come nella 'Casa rossa' (1932), dove la parete che regge il tetto altro non è se non un rimando al 'Quadrato rosso'.

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