Arriva il "KIUP Street Art Festival". Ad Albano di Lucania, in Basilicata, dal 26 al 28 agosto, quattro tra i maggiori street artist italiani coloreranno i muri del paese "giocando" con la magia.
Gli artisti
Alice Pasquini (Roma), BR1 (Torino), Cuboliquido (Milano), Uno (Roma), sono tra i più riconosciuti street artist nazionali e sono stati scelti "perché rappresentano una generazione che ha saputo utilizzare il vocabolario tradizionale dei graffiti, del muralismo e della comunicazione pubblicitaria unendolo alla grammatica dell'arte contemporanea – afferma il direttore artistico del festival Mimmo Rubino – e sono riusciti così a dar vita a un linguaggio culturalmente autorevole (hip) e orgogliosamente popolare (soul), rimescolando le carte tanto nelle strade quanto nelle fiere d'arte".
KIUP Street Art Festival, Basilicata, Trailer
Tema delle opere, che andranno ad aggiungersi alla collezione del "Museo del Gioco antico e del Giocattolo Povero" di Albano è "Il Gioco", inteso nelle sue mille interpretazioni, da oggetto feticcio dell'infanzia a luogo del possibile.
La parola “KIUP”, nome del festival, nella tradizione di Albano significa Nascondino ed è un sostantivo femminile. Per giocare alla Kiup non serve nulla, neanche la luce, basta essere almeno in tre, uno chiude gli occhi ("chiudere", "acchiuppare", "chiup", "Kiup") e gli altri scappano a nascondersi… Come l'arte, come la vita, può essere divertente o spaventosa. KIUP allora diventa il pretesto per invitare gli artisti a cercare e nascondersi nel paese, a chiudere gli occhi, a tornare bambini, a perdersi nei vicoli e infine a restituire al borgo la propria testimonianza di "turisti speciali".
Il festival, alla prima edizione, va ad arricchire il calendario de "Le Notti della Magia" (28/30 agosto, sito Web: http://www.lenottidellamagia.it), il grande evento estivo in cui il paese celebra la sua storia affascinante, fatta di Streghe e Fattucchiere e di riti pagani sopravvissuti alle confessioni nei risvolti dell'inconscio popolare, invitando i "forestieri" a ripercorrere i passi del grande etnologo Ernesto De Martino, che aveva eletto il borgo lucano ad osservatorio privilegiato per la sua indagine Sud e Magia
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