(ANSA) - Sarà la prima grande antologica dedicata all'arte sublime di Palma il Vecchio, tra i protagonisti assoluti della tarda Rinascenza, quella che si svolgerà a Bergamo dal 13 marzo al 21 giugno. Negli spazi della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea (Gamec), saranno riuniti circa 40 capolavori del maestro cinquecentesco, provenienti dalle più prestigiose collezioni del mondo, mentre numerosi itinerari, appositamente ideati, porteranno di scoperta dei suoi dipinti, ancora conservati in chiese e parrocchie delle suggestive valli bergamasche. Artista molto apprezzato e studiato, ma poco rappresentato proprio per la difficoltà di ottenere in prestito le sue delicate e preziose tavole, Palma il Vecchio viene dunque celebrato nell'anno dell'Expo' 2015 per richiamare l'attenzione internazionale sull'eredità permanente della sua arte che la terra natale (era nato a Serina nel 1480) conserva nel proprio straordinario contesto paesaggistico, rimasto identico a come il grande pittore lo dipinse.
Promossa dal comune di Bergamo e dalla Fondazione del Credito Bergamasco, l'iniziativa punta anche, e soprattutto, alla tutela e valorizzazione dei capolavori custoditi sul territorio, da tempo iniziate con significativi restauri (promossi e sostenuti sempre dalla Fondazione bancaria), come nel caso dello straordinario Polittico della presentazione della Vergine della chiesa parrocchiale di Serina e sulla tela dell''Adorazione dei pastori' di Zogno, capolavori talmente degradati da esser altrimenti destinati a una tragica fine. Intitolata 'Palma il Vecchio', la mostra è stata curata da Giovanni Villa, che è riuscito a ottenere per la sua selezione le opere più significative del maestro orobico, dagli straordinari ritratti alle celebrate pale d'altare. In questo genere, Palma il Vecchio raggiunse sicuramente vertici esecutivi per i quali è passato alla storia (Vasari lo accomunava ai nomi di Michelangelo e Leonardo) e alla Gamec si potrà ammirare, tra gli altri, un capolavoro quale il Polittico di Santa Barbara, che per la prima volta lascia la sua sede naturale di Santa Maria in Formosa a Venezia. In questo racconto esaustivo della produzione del pittore, per un quarto di secolo raffinato interprete del gusto dell'alta committenza veneziana (ma altrettanto prodigo d'opere per l'amata terra natia), non mancheranno i noti ritratti femminili e le sacre conversazioni nel paesaggio. È infatti dal 1515 che il pittore di Serina esegue sublimi raffigurazioni di straordinarie bellezze femminili,ricercate dai collezionisti fino a dare vita a un vero e proprio mito. Con la 'Dama in blu' di Vienna o la 'Bella' del Thyssen-Bornemisza di Madrid, entrambi presenti nell'esposizione, Palma definisce una donna dalle forme morbide e ampie, le vesti seriche e opulente, che diverrà l'ideale della proporzione femminile del Rinascimento maturo.
