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Gaetano Pesce, quando pensare è un gioco

Gaetano Pesce, quando pensare è un gioco

Da 26/6 a 5/10 al Maxxi retrospettiva romana del grande maestro

25 giugno 2014, 18:29

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Gaetano Pesce al Maxxi, foto di Cecilia Fiorenza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gaetano Pesce al Maxxi, foto di Cecilia Fiorenza - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gaetano Pesce al Maxxi, foto di Cecilia Fiorenza - RIPRODUZIONE RISERVATA

   (ANSA) ROMA 25 GIU - Spiazzante, ironico, emozionante: Gaetano Pesce porta a Roma, dal 26 giugno al 5 ottobre negli spazi del Maxxi  una produzione artistica tra design e architettura che guarda ancora oggi al futuro con creatività e allegria.

Divani antropomorfi o che evocano cascate alpine, sedie natura morta o da meditazione e lampade come bambini, le opere si susseguono in quella che è un'unica e felice installazione del maestro che continua a pensare (molto) con ottimismo e libertà.

Presentata oggi alla stampa dal presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri, 'Gaetano Pesce. Il tempo della diversità' ripercorre l'intera produzione dell'architetto e designer, che ha anche realizzato per la Piazza del museo la monumentale installazione di un suo lavoro storico, la Up 5 & 6, poltrona icona a forma di donna creata nel 1969 per denunciare la condizione femminile. Questa versione gigante che domina il Maxxi è visitabile al suo interno, dove scorrono le testimonianze di abusi millenari, mentre nel pouf legato alla seduta con una catena si può seguire il filmato del discorso tenuto nel 2013 dalla bambina pakistana Malala Yousafzai alle Nazioni Unite sul diritto delle donne a essere istruite al pari degli uomini. Sembra un gioco ameno, ma l'installazione di Pesce ti cala nel dramma reale e al tempo stesso prospetta una soluzione che guarda in positivo, alla possibilità di progredire sempre. Perché il maestro ligure non mette mai limiti all'invenzione, nell'arte come nella vita.

Felice e onorato dal tributo del museo romano, Pesce ha seguito con il suo estro l'allestimento della retrospettiva curata da Gianni Mercurio e Domitilla Dardi creando di continuo sorprese e nuove suggestioni. Abituato fin dai primi anni '60 a scombinare le carte, l'architetto ha voluto puntare, come spiega il titolo, su una riflessione sul tempo e sui linguaggi. ''Il tempo non è più omogeneo - ha detto - i valori si contraddicono continuamente e nazioni avanzate convivono con altre ancora sprofondate nel Medioevo''. Ma questa diversità non ha valenza negativa, anzi, è essa stessa condizione di comunicazione, mentre ''l'armonia annoia''. Sono i linguaggi casuali che raccontano la realtà e la commentano, ha sottolineato Pesce dicendosi assolutamente ''convinto che il mondo cambi sempre in meglio''. ''Domani sarà di certo migliore dell'oggi e questo l'arte lo può annunciare'', ha proseguito manifestando la sua soddisfazione per una mostra che lo rappresenta molto, una mostra ''allegra, non di quelle pesanti, che fanno terrorismo culturale, la cultura è gioia''.

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