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Il Buonvino di Veltroni e i rettili

Marsilio

Il Buonvino di Veltroni e i rettili

Torna nel terzo giallo in uscita il 7 ottobre

ROMA, 07 ottobre 2021, 09:38

di Mauretta Capuano

ANSACheck

Walter Veltroni, C 'è un cadevere al Bioparco (Marsilio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Walter Veltroni, C 'è un cadevere al Bioparco (Marsilio) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Walter Veltroni, C 'è un cadevere al Bioparco (Marsilio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

WALTER VELTRONI, C'È UN CADAVERE AL BIOPARCO (MARSILIO, PP. 224, EURO 14,00).
    E' più felice e ottimista, nonostante la crisi economica, la pandemia e la malinconia delle persone ancora con la mascherina, il commissario Giovanni Buonvino, creato da Walter Veltroni, nel giallo 'C'è un cadavere al Bioparco', il terzo che lo vede protagonista, in libreria il 7 ottobre per Marsilio, come i precedenti. Il commissario è innamorato e per di più di una sua agente, quella Veronica che gli ricorda Alida Valli, con la quale decide di convolare a nozze, ma dovrà misurarsi con un caso che per lui è subito una tortura.
    Nel rettilario del Bioparco di Roma viene trovato un cadavere e Buonvino prova un terrore atavico per qualsiasi tipo di rettile.
    "Fin da bambino, infatti, il commissario era gravemente erpetofobico. Provava un sincero terrore, che talvolta sfociava in vere crisi di panico, alla vista di qualsivoglia rettile" racconta Veltroni. Nonostante questo con i suoi scombinati agenti dovrà scoprire come ci è finito il corpo di un uomo nudo dentro la teca dell'anaconda verde del Sud America ? E come ci è finita nella pancia del gigantesco serpente lungo sei metri la sua testa? Dopo il fortunato esordio di Veltroni nel giallo, nel 2019 con 'Assassinio a Villa Borghese' cui è seguito nel 2020 'Buonvino e il caso del bambino scomparso' in cui era alle prese con un cold case, il commissario non può gustare a lungo le gioie dell'amore e la pace del parco di Villa Borghese.
    La nuova indagine è un vero rompicapo, unico indizio una serie di numeri che potrebbero essere quelli della data di nascita della vittima, con un finale amaro. Ma per il resto il percorso è in salita. Seguendo le indagini il lettore va anche alla scoperta del Bioparco di Roma, nato nel 1911, che un tempo si chiamava Giardino zoologico di Roma, di cui viene riportata nel libro anche una mappa, con tutti gli animali. E nel giallo la responsabile delle risorse umane del Bioparco è la dottoressa Carrera, collezionista di carillon che tiene in bella vista sulla scrivania.
    Buonvino dovrà mettere in campo tutte le sue capacità deduttive per smascherare il colpevole. Ce la farà per poi finalmente dedicarsi al suo matrimonio di cui aveva fissato la data poco prima della scoperta del cadavere nel rettillario. E come andrà? Autore di diversi romanzi, tra cui 'La scoperta dell'alba', 'L'isola e le rose', 'Quando' , del pamphlet 'Odiare l'odio', tutti usciti per Rizzoli, Veltroni nell'indagare nei misteri della vita e dell'animo umano si sofferma anche sul nostro tempo. Al commissario "sarà stata la malinconia pandemica, gli appariva, nel discorso pubblico, sempre più intriso di volgarità e di totale inutilità". E riflette sul valore e peso delle parole, ormai sempre più vuote, come nella bella annotazione delle prime pagine in cui racconta che Buonvino si rifiuta di utliizzare il ciarliero "ragazzi", rivolgendosi ai suoi colleghi del commissariato anche se il ruolo, l'autorevolezza e l'età glielo avrebbero consentito. "Aveva infatti scoperto, con fastidio, che quella parola era stata monopolizzata dai politici, diventando uno smaliziato e ammiccante tormentone" racconta Veltroni che è stato direttore dell'Unità, vicepresidente del Consiglio, ministro per i Beni e le attività culturali, sindaco di Roma, fondatore e primo segretario del Partito democratico, ha realizzato anche diversi documentari da 'Quando c'era Berlinguer' a 'Tutto davanti a questi occhi' e nel 2019 è uscito il suo primo film, 'C'è tempo'.
    Nei ringraziamenti finali di 'C'è un cadavere al Bioparco' rivela che anche per lui, che è "un quasi epertofobico", è stato "difficile e affascinante" e spiega di aver sentito, "su indicazione di uno dei maggiori studiosi italiani degli animali, il mio vecchio compagno di scuola Enrico Alleva, il parere e i consigli di un guru dei rettili, Marco Fux" .
   

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