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Anedda, la poesia è viva, ma va letta senza aureole

Anedda, la poesia è viva, ma va letta senza aureole

Poetessa, "c'è ancora molto da fare. Serve una terza via"

ROMA, 20 marzo 2021, 15:19

di Mauretta Capuano

ANSACheck

La poetessa Antonella Anedda - RIPRODUZIONE RISERVATA

La poetessa Antonella Anedda - RIPRODUZIONE RISERVATA
La poetessa Antonella Anedda - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "La poesia arriva ed è viva", ma come tutte le ricorrenze 'La Giornata Internazionale della Poesia' che si celebra il 21 marzo, "indica che c'è ancora molto da fare" soprattutto sul piano della lettura e del modo di vivere i versi. "C'è sempre un'intensificazione della realtà della vita quando una poesia funziona, quando ci piace, perchè mette in moto qualcosa nel pensiero e anche nel piacere, un termine che non si usa mai a proposito della poesia. E invece la lettura di una poesia mette in moto un elemento di gioia, di relazione con noi stessi" dice all'ANSA la poetessa Antonella Anedda, autrice di raccolte come 'Residenze invernali' e 'Historiae', della quale sono da poco arrivati in libreria due volumi sperimentali: 'Geografie' (Garzanti), in cui la lingua poetica è magistralmente cucita nella stoffa della poesia e il dialogo a tre 'Poesia come ossigeno' (Chiarelettere) per un'ecologia della parola, con Elisa Biagini, a cura di Riccardo Donati.
    "Da un lato la poesia viene vissuta come qualcosa di inarrivabile e dall'altra come semplice espressione dei sentimenti. Ci dovrebbe essere un modo di leggerla in maniera molto semplice, con informazioni tecniche perchè ci vogliono, però ne con timore reverenziale ne come una specie di sfogo personale. La poesia non è sentimentalismo, non è retorica. E' un po' questo il lavoro da fare e che abbiamo provato a dire nella conversazione 'Poesia come ossigeno'" spiega la Anedda che è docente di Letteratura contemporanea.
    La Giornata della Poesia e il Dantedì del 25 marzo, nell'anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante, fanno della poesia una super protagonista ma continua "a essere poco letta nel modo giusto", "c'è sempre un'aureola sbagliata di difficoltà" per cui è necessario trovare, secondo la Anedda, una "terza via" di percezione.
    "Se uno pensa ai Baci perugina subito c'è un'immagine dolciastra, se pensa alla Somma Poesia la sente lontana, ma c'è tutto un mondo di versi che se letti con attenzione rivelano una serie di dispositivi mentali, una necessità di conoscenza che non sia quella abituale. La poesia dovrebbe fuggire i luoghi comuni, è il contrario della retorica. In alcuni paesi, come in quelli dell'est, la poesia è un dato quotidiano mentre in Italia, anche per motivi storici, c'è Dante, e quindi la scuola, la reverenza, i convegni. Occorre trovare una terza strada per leggere il testo che ha una sua autonomia, e parlo da lettrice.
    Quando un testo poetico funziona e ci parla è perchè crea, spalanca qualcosa nella nostra testa, c'è un click tra pensiero e suono" spiega. E aggiunge: "Ben vengano queste iniziative, ma Dante continua a parlarci sempre. C'è la sua modernità che non è mai finita, soprattutto la sua capacità di parlarci non attraverso un'immagine oleografica, con il cappuccio, il naso aquilino, ma attraverso questa realtà dei versi che anche nel Paradiso sono pieni di realtà. Quando dice che la terra "è l'aiuola che ci fa tanto feroci" ha detto tutto, ha parlato di qualcosa che continuiamo a sperimentare".
    La poesia "ha una sua autonomia che mette in relazione il pensiero con il suono, segue una sua strada, diversa anche da quella dei cantautori, che è assolutamente rispettabile, però è un'altra cosa. Questo non viene detto abbastanza.
    Quando Emily Dickinson dice: 'di la verità ma dilla obliqua' o Amelia Rosselli 'delirai imperfetta su scale di bastoni' è chiaro che questi versi sono difficilmente spiegabili, però possono accendere qualcosa all'interno della nostra possibilità di comprensione. E non dimentichiamo che c'è un elemento poetico, ritmico, anche in molte prose. Il grande romanzo e penso all'Ulisse di Joyce, è un grande poema epico" afferma la Anedda che è di origini sarde ma è nata e vive a Roma.
    La fisicità dei versi è un elemento assolutamente importante: Anna Maria Ortese non faceva che ripetere, la scrittura è un respiro, scrivere è tornare a casa. Ecco, leggere una poesia è tornare a casa, ha in se una possibilità non di salvezza ma di sollievo, di possibile comprensione. E' una forma di conoscenza che può dare una tregua. La poesia è un elemento terreno" afferma la Anedda. E quelle di 'Geografie' sono proprio riflessioni sul nostro spazio terreno, umano: "volevo riflettere su quanto avere una visione violentemente antropocentrica come è successo finora sia sbagliato, noi non siamo i padroni e i signori dell'universo" e la pandemia lo ha terribilmente mostrato. Ne 'La poesia come ossigeno' , come succede con la scienza, "si mettono insieme alcuni dati e poi su questi dati si discute, si sperimenta ancora. Si mettono in movimento le idee e quando circolano si spera ne producano altre". Ossigeno è diventata una parola attuale, ma è stata pensata come titolo del libro tempo fa "con l'intento di suggerire una modalità di lettura che fosse simile a una boccata d'aria" dice la poetessa.
   
   

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