Pioggia di appelli al governo, al ministro Dario Franceschini e a tutte le istituzioni per salvare il mondo della cultura e preservare i libri e le librerie alla luce dell'ultimo Dpcm.
"Dopo le librerie chiuse nei week end all'interno dei centri commerciali, adesso in molte Regioni anche gli scaffali dei libri dei supermercati e delle grandi strutture di vendita sono interdetti ai cittadini il sabato e la domenica. Torniamo a rivolgere il nostro appello a tutte le istituzioni: il libro è un bene essenziale e tale deve essere considerato nei provvedimenti delle Regioni" dice il presidente dell'Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi. L'Aie sottolinea che le grandi catene, a seguito dei provvedimenti restrittivi assunti da diverse Regioni "su indicazione delle istituzioni stesse, stanno transennando gli scaffali e vietando le vendite dei prodotti non acquistabili nel week end, tra cui sono ricompresi i libri". Ma il libro ribadisce Levi, "non può essere considerato alla stregua di un semplice oggetto di consumo il cui acquisto è rinviabile, ma va considerato un bene essenziale, come già aveva indicato il governo nei decreti di aprile. Facciamo appello alle Regioni perché intervengano immediatamente consentendo la vendita di libri nel week end".
Ali-Confcommercio chiede al ministro dei Beni Culturali e del Turismo Franceschini che "alla luce del lavoro fatto nei mesi scorsi, le librerie non vengano chiuse o penalizzate nella loro operatività quotidiana e che "si riaprano quanto prima tutti i luoghi della cultura perché l'Italia è cultura e con la cultura il Paese può ripartire".
Il Consiglio Nazionale straordinario di Ali Confcommercio, che si è tenuto oggi, "esprime grande preoccupazione per le misure introdotte che penalizzano pesantemente il mondo della cultura con la chiusura di cinema e teatri, che pure avevano riaperto garantendo il rispetto di precisi standard di sicurezza definiti dal Comitato Tecnico Scientifico" . "Chiudere ancora gli spazi di cultura è un segnale negativo che si invia al Paese: la cultura da sempre è lo strumento per costruire la società e bloccarla in questo momento ci sembra una scelta sbagliata" dice il Consiglio di Ali Confcommercio. E, a sua volta ricorda come "nei mesi scorsi il Parlamento e il Governo, riconoscendo il libro bene essenziale" abbiano "permesso alle librerie di riaprire prima del resto della distribuzione commerciale" e come "libraie e librai abbiano con il loro lavoro aiutato il Paese a ripartire e a costruire una convivenza possibile con il virus".
"Forte preoccupazione per gli effetti che questa nuova chiusura di cinema, sale concerti e teatri e la sospensione degli eventi avrà sull'intera filiera e sui lavoratori" anche da parte Confindustria Cultura Italia - CCI, la federazione Italiana dell'Industria Culturale che riunisce le associazioni dell'editoria (Aie), della musica (Afi, Fimi, Pmi), del cinema e audiovisivo (Anica, Apa, Univideo) e servizi per la valorizzazione del patrimonio culturale (Aicc). "Abbiamo apprezzato - dice il presidente di Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta - l'attenzione che il presidente del Consiglio ha avuto nei confronti del comparto nel corso della conferenza stampa, quello che chiediamo però è che le misure annunciate siano tempestive, mirate e facilmente accessibili rispetto alle precedenti". "Auspichiamo quindi che il Governo metta in campo fin da subito gli interventi volti a limitare gli effetti che queste chiusure avranno sull'intera filiera e sui lavori. Noi come industria siamo ovviamente a disposizione per un confronto" afferma Cipolletta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA