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Le cariatidi africane sulla facciata del Met

Le cariatidi africane sulla facciata del Met

Arte contemporanea in nicchie vuote da 117 anni

NEW YORK, 10 settembre 2019, 19:39

Alessandra Baldini

ANSACheck

Facciata Met - RIPRODUZIONE RISERVATA

Facciata Met - RIPRODUZIONE RISERVATA
Facciata Met - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - Da un altro mondo quattro aliene occupano un bastione dell'arte occidentale. Da oggi quattro monumentali statue di bronzo - in parte regine africane in parte cyborg - occupano le nicchie dell'affaccio del Metropolitan Museum su Fifth Avenue rimaste vuote per 117 anni. Intitolate "The NewOnes, Will Free Us" le quattro eroine sono opera di Wangechi Mutu, un'artista americana nata in Kenya e sposata con un italiano.

"E'un momento speciale nella storia del museo", ha detto al taglio del nastro il direttore Max Hollein, proclamando le quattro sculture di donne sedute "le nuove ambasciatrici per un nuovo Met". L'iniziativa ha molti significati, storico-politici e socioculturali: una istituzione fondata sull'appropriazione di antichità dai "vecchi mondi" e con una visione della cultura eurocentrica si apre da oggi per la prima volta all'esterno con un progetto che ha ben poco di europeo. La commissione arriva a un anno dal 150esmo anniversario dalla fondazione del Met e conferma l'impegno di Hollein di espandere il dialogo con artisti contemporanei amplificando al tempo stesso la proiezione esterna del museo. Il fatto che le nicchie della facciata siano rimaste rimaste vuote per oltre un secolo e' stata solo una questione finanziaria: 117 anni fa i fondi finirono prima che potesse essere completato il progetto dell'artista neoclassico viennese Karl Bitterdel che includeva statue raffiguranti le quattro arti (pittura scultura, architettura e musica) e artisti famosi come Michelangelo e Durer.

"La visione di Mutu tiene conto di molteplici fili della storia dell'arte emersi dall'Africa e dall'Europa", ha detto Kelly Baum, la curatrice del Met che ha proposto l'artista per il progetto inaugurale che inserisce con forza il concetto dell'empowerment femminile nel contesto del passato del Met tradizionalmente dominato da uomini. Mutu, che ha studiato scultura a Yale e lavora tra Brooklyn e il Kenya, stava già lavorando all'idea della cariatide nei suoi sketchbooks: donne pazienti che fanno la loro apparizione in varie forme artistiche antiche, ad esempio reggendo il tetto di templi sull'Acropoli, ma anche sui bastoni e gli sgabelli della tradizione africana. Realizzate in una fonderia a Walla Walla, Washington, "The NewOnes"resteranno al loro posto fino al prossimo settembre. Creature celesti e allo stesso tempo umane, proclamano autorità e autonomia, giustizia e apertura mentale: "Occupano il loro spazio - ha detto la Baum - e seppure in silenzio, parlano".
   

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