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Il Cenacolo a Brera, Bonisoli blinda la sua controriforma

Il Cenacolo a Brera, Bonisoli blinda la sua controriforma

Ministro firma dm, A Firenze l'Accademia passa agli Uffizi

ROMA, 14 agosto 2019, 18:16

Silvia Lambertucci

ANSACheck

Milano, il Cenacolo con l 'Ultima cena di Leonardo da Vinci - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milano, il Cenacolo con l 'Ultima cena di Leonardo da Vinci - RIPRODUZIONE RISERVATA
Milano, il Cenacolo con l 'Ultima cena di Leonardo da Vinci - RIPRODUZIONE RISERVATA

      La novità più eclatante riguarda forse il Cenacolo Vinciano a Milano, che passa in gestione a Brera. La più nota e già preceduta dalle polemiche, l'affidamento delle Gallerie dell'Accademia di Firenze agli Uffizi. Con la crisi di governo nel pieno del suo svolgimento il ministro della cultura Alberto Bonisoli blinda la sua controriforma firmando i decreti attuativi della legge di riorganizzazione del ministero che entrerà in vigore il 22 agosto. E se dal Collegio Romano sottolineano che si tratta semplicemente di "ordinaria amministrazione", critiche e malcontento non mancano con lamentele che arrivano dalle fila dei sindacati e dal consiglio superiore dei beni culturali, che il ministro non ha consultato.
    A sancire le novità, è un decreto ministeriale che Bonisoli ha firmato il 13 agosto, e che oltre a chiarire il destino di alcune strutture che erano rimaste 'appese' nel decreto di riorganizzazione del Mibac licenziato a luglio dal Consiglio dei ministri, comporta novità per i musei di gran parte d'Italia.
   

Il punto di partenza è la riorganizzazione della rete museale pubblica, con l'abolizione dei poli museali regionali sostituiti da 10 direzioni territoriali. E qui viene sottolineata da alcuni la prima criticità dell'intervento, perché alcune di queste direzioni sono anche accorpate tra loro (per esempio Piemonte e Liguria, Lombardia e Veneto, Puglia e Basilicata) con un direttore che dovrà occuparsi di realtà anche fisicamente molto lontane tra loro. In alcune regioni le direzioni territoriali non vengono istituite: è il caso del Friuli, delle Marche e dell'Umbria dove i musei territoriali vengono affidati ad un museo a gestione autonoma. Ecco quindi che a Trieste il Castello di Miramare (al quale dopo le polemiche è stata lasciata l'autonomia) si dovrà occupare anche di tutti i musei friulani.
    Lo stesso a Perugia dove il Museo Nazionale dell'Umbria, autonomo, diventa plurale e si trasforma nei Musei Nazionali dell'Umbria, assumendo la gestione degli altri musei prima affidati al polo.
    E nelle Marche, dove nascono i Musei Nazionali delle Marche.
    A Roma dove il Museo Nazionale Etrusco era stato privato - anche qui tra le polemiche - della sua autonomia, il complesso di Villa Giulia risale in sella ritrasformandosi in autonomo, ma questa volta in forma di 'rete di musei' (Musei Nazionali Etruschi). Il direttore verrà scelto con un concorso internazionale, nel frattempo  il museo al momento diretto da Valentino Nizzo resterà nell'orbita della direzione generale archeologia. A Venezia la Galleria Franchetti alla Ca' d'Oro viene affidata al museo autonomo dell'Accademia.
    Il caso che fa più scalpore riguarda comunque Milano, e la fragile opera di Leonardo Da Vinci- attualmente gestita dal polo museale della Lombardia- in ogni stagione super gettonata dai turisti anche se le visite, proprio per la grande delicatezza dell'opera, sono da anni contingentate. L'affidamento della sua gestione a Brera, attualmente diretta dall'inglese James  Bradburne, arriva il giorno dopo la notizia del via libera del ministero al progetto di restyling di Palazzo Citterio pensato per ospitare le collezioni del Novecento, con l'obiettivo di farne una 'Brera Modern', su modello della britannica Tate Modern. La trasformazione copernicana è avviata. Sempre che un possibile nuovo ministro della cultura non decida di cambiare ancora.
   

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