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Jovanotti, i libri sono un colpo di fulmine

Jovanotti, i libri sono un colpo di fulmine

Al Salone del Libro di Torino tra ovazioni e applausi

TORINO, 12 maggio 2019, 11:21

dell'inviata Mauretta Capuano

ANSACheck

Jovanotti al Salone del Libro di Torino - RIPRODUZIONE RISERVATA

Jovanotti al Salone del Libro di Torino - RIPRODUZIONE RISERVATA
Jovanotti al Salone del Libro di Torino - RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Un pubblico impazzito, che applaude, si alza in piedi, accoglie tra ovazioni inarrestabili Jovanotti al suo ingresso nella Sala Oro del Lingotto dove arriva con un cappello da cow boy. "Non credo nei consigli letterari. Bisogna inciampare nei libri, è un po' come per le fidanzate, mica si consigliano. L'incontro con un libro è come un colpo di fulmine, una cosa misteriosa" dice Jovanotti protagonista dell'incontro più atteso del Salone del Libro di Torino 2019: "Lorenzo 2019. Il gioco del mondo", con Giordano Meacci. Eccolo qui Lorenzo Cherubini, un grande lettore che fa dischi e concerti, esempio vivente di come intorno alla cultura si può rifondare una comunità o una tribù che balla.

"E' l'incontro di cui siamo più contenti perchè riesce a sperimentare e attraversare molti mondi e culture tornando a casa con molte meraviglie. Tra il gioco del mondo (tema di questa edizione del Salone) e l'ombelico del mondo il passo è breve" afferma Nicola Lagioia nel suo saluto. "Quando leggi un libro puoi tornare a casa con qualcosa di nuovo. Il libro ti ripaga con una scoperta che per me è il massimo che ti possa accadere. Non mi interessano i libri che mi assomigliano, che sembrano la mia vita o la vita di tanti. Mi interessa l'Angelica dell'Ariosto a cavallo con due pazzi che la inseguono. La scrittura aggiunge" afferma Lorenzo Cherubini.

E poi dice: "Per me una canzone è una forma di fede, credo nelle canzoni. Ho una forsennata voglia di scriverle. E' come se fosse lo sforzo definitivo di ogni mia giornata". Tra citazioni di libri, racconti personali, risate e applausi rivela anche: "Non so più davvero come sia vivere in Italia oggi perchè vivo in un modo che è concesso a pochi, ma non voglio perdere il contatto con la realtà, voglio stare nelle sensazioni, nella vita che è l'unica cosa che mi interessa. Essere italiano per me è vivere dentro una lingua".

E' un fiume in piena Jovanotti appassionato lettore, ma spesso Meacci lo interrompe. Lorenzo parla dell'Orlando Furioso di Ariosto con entusiasmo: "La sua grande invenzione è la lingua viva". Cita 'Cuore di tenebra' di Conrad e 'Cent'anni di solitudine' di Gabriel Garcia Marquez dove "non c'e' nessuno che mi assomiglia, ma tutti i personaggi mi abitano dentro. Questo è il miracolo della scrittura". E aggiunge, "ora vanno forte i saggi, in America i saggioni, ma spesso bastano le prime 50 pagine". "Ho provato a scrivere canzoni in inglese. Faccio come Conrad che era polacco e ha scritto in inglese, mi sono detto, ma non ha funzionato. Scrivevo in italiano e traducevo ma nelle canzoni è difficile che dia un buon risultato". Il cantautore de 'L'ombelico del mondo' la prima parola che ha letto veniva dalla pubblicità: "è stata 'saldi' in un negozio in via Cola di Rienzo a Roma dove passavo con mia madre. Sono vorace, leggo di tutto perchè in tutto c'è bellezza come dice il bellissimo titolo del libro di Manuel Vilas uscito per Guanda".

"Cerco di costruire canzoni dove la parola non sia mai enfatica. Se voglio dire una cosa a cui tengo cerco di nasconderla il più possibile" racconta tra le ovazioni della folla che è stata in fila anche per cinque ore per vederlo e sentirlo parlare di libri. Sold out la sala Oro che ospita 500 persone sedute e 200 in piedi.

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