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Cercas, fuori e in Europa poteri contro

Cercas, fuori e in Europa poteri contro

Scrittore, Salvini il più forte dell'internazionale nazionalista

ROMA, 20 marzo 2019, 12:21

Mauretta Capuano

ANSACheck

Javier Cercas a Libri come - RIPRODUZIONE RISERVATA

Javier Cercas a Libri come - RIPRODUZIONE RISERVATA
Javier Cercas a Libri come - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - "Sono le più importanti degli ultimi anni, dall'inizio, perchè oggi c'è un'internazionale nazionalista, per usare questa contraddizione in termini, che non c'era prima. Cioè ci sono molti poteri fuori e dentro l'Europa contro l'Unione Europea". Javier Cercas parla così delle Elezioni Europee del prossimo 26 maggio. "Putin e Trump non sono interessati all'Unione dell'Europa per motivi diversi ma coincidenti e in Europa c'è veramente un'internazionale nazionalista, probabilmente governata dal vostro futuro, e spero non sia così, presidente del governo, Matteo Salvini. E' lui il leader più forte in Europa di questa internazionale nazional-populista. Questo è un vero pericolo, ma il peggiore nemico dell'Europa unita, che è l'unica utopia ragionevole inventata dagli europei, siamo noi europeisti perchè abbiamo commesso tantissimi errori" spiega all'ANSA lo scrittore spagnolo in un perfetto italiano, a 'Libri Come' all'Auditorium Parco della Musica di Roma dove è tra le star più attese. 

"E il primo errore, da cui derivano tutti gli altri, è non aver trasformato un progetto cominciato come d'elite. E' rimasto tale, non è diventato popolare. La gente che non ha un'informazione speciale, che non appartiene alle elite economiche, politiche, intellettuali, non vede a cosa serve l'Europa. E le persone quando ci sono problemi tornano alle vecchie certezze come se fossero una protezione contro la paura, la crisi. E la prima certezza è:'siamo italiani', 'siamo spagnoli' e tutti gli altri sono strani. Cosa hanno fatto per noi? Niente" spiega da convinto europeista, autore di libri come 'Anatomia di un istante'. "E' un problema - aggiunge - completamente falso. Il populismo nasce da questo e da una cosa molo semplice: dalla crisi economica del 2008 che si può paragonare solo a quella del 1929. E' stata una crisi profondissima da cui ancora non siamo usciti. La fine della crisi del 1929 è stata la seconda guerra mondiale. Quella del 2008 ha fatto un movimento sismico dappertutto, in Europa e negli Stati Uniti. E questo ha provocato cose diverse in ogni paese: uno si chiama Donald Trump, un altro Brexit, un altro Salvini".

Sono tornati, ci dice Cercas, "i peggiori demoni della storia. Quello della storia europea si chiama nazionalismo che è stato per due volte la causa della distruzione. Abbiamo dimenticato che l'Europa unita sarebbe il primo potere del mondo. L'Unione Europea - incalza - è l'unica forma per preservare in Europa la pace, la prosperità e la democrazia. Senza questo siamo condannati ai conflitti. Quando qualcuno dice che la guerra è impossibile oggi in Europa io rispondo che pensare questo è ridicolo, completamente, perchè la storia dell'Europa è la storia della guerra fra europei. E quando arriva un demagogo professionale come conosciamo tutti è molto più semplice dire: 'vedi senza l'Europa staremo benissimo, noi da soli, senza questi francesi".

Molte le cose da aggiustare per Cercas: "l'unica possibilità per me è andare verso uno stato federale come gli Stati Uniti. C'è anche un'altra possibilità: che la gente dica stop questo è pericoloso, andiamo contro chi vuole distruggere quello che abbiamo. Io non sono molto ottimista ma, la Brexit fa parte di questo ritorno al nazionalismo". "La Brexit e la crisi catalana sono molto simili in tantissime cose e soprattutto nell'uso massiccio delle menzogne" e non dimentichiamo che "il referendum è lo strumento preferito dei dittatori. Una delle cose più pericolose che succede oggi è il discredito assoluto della verità. Trump dice ogni giorno 10-12 menzogne, secondo studio Washington POst. La verità fa uomini e donne liberi, la menzogna fa schiavi. E la Brexit è un risultato della menzogna come la crisi della Catalogna".

Lo scrittore spagnolo ci mette difronte anche alla situazione paradossale in cui viviamo. "Abbiamo sacralizzato la memoria e si dimentica più rapidamente che mai. Questo è terribile. Abbiamo dimenticato completamente gli anni Trenta". E poi annuncia a un anno e mezzo dal suo ultimo libro. Il sovrano delle ombre, uscito in Italia per Guanda, il suo editore: "Voglio reinventarmi come scrittore. Ho 56 anni. Sto scrivendo un libro molto diverso ma radicalmente riconoscibile come mio. Nello stesso tempo molto popolare e molto esigente. Lo finirò nei prossimi mesi".

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