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Festa Roma al via tra anteprime, incontri e memoria

Attesi Scorsese, Huppert, Blanchett e Sigourney Weaver

Una cosa è certa: la 13/a edizione della Festa del Cinema di Roma (18-28 ottobre) che parte giovedì 18 ottobre (la quarta diretta da Antonio Monda), non sembra avere più alcun complesso verso i festival e, a ragione o torto, rivendica la sua identità. Ovvero quella di una festa senza giurie internazionali, palmares (per la selezione ufficiale c'è solo il premio del pubblico), pregiudizi verso i film non in anteprima e che guarda solo alla qualità delle proposte e a quegli 'incontri ravvicinati', con star del cinema e non solo, che sono una delle sue punte di diamante.
    Due intanto i film italiani in selezione ufficiale: 'Il vizio della speranza' di Edoardo De Angelis e 'Diario di tonnara' di Giovanni Zoppeddu, a cui si aggiunge una co-produzione italiana: 'Corleone il potere ed il sangue' di Mosco Levi Boucault, con la voce recitante di Maya Sansa. Per restare ancora alla sola Italia, evento speciale di chiusura l'atteso 'Notti magiche' di Paolo Virzì, che racconta la tragica partita di Italia '90 in cui la nazionale venne eliminata ai rigori dall'Argentina.
    Sul fronte degli incontri ravvicinati, oltre agli italiani Giuseppe Tornatore, Alba e Alice Rohrwacher, i direttori della fotografia Luciano Tovoli e Arnaldo Catinari, i montatori Esmeralda Calabria e Giogiò Franchini, troviamo da Martin Scorsese a Isabelle Huppert, da Cate Blanchett a Michael Moore (che presenterà il suo ultimo lavoro 'Fahrenheit 11/9' su Donald Trump) e Sigourney Weaver.
    Monda ha rivendicato più volte l'ingresso alla manifestazione per la prima volta di due major con film in prima mondiale: l'episodio di 'Millennium - Quello che non uccide' (con Claire Foy, annunciata sul red carpet) e 'Mia e il leone bianco' di Gilles de Maistre.
    Tra gli altri film da segnalare: 'If Beale Street Could Talk' di Barry Jenkins (Oscar per Moonlight, passato a Roma nel 2016), 'Quello che non uccide', nuovo capitolo della saga Beautiful Boy con Steve Carell nei panni di un padre impegnato a salvare il figlio (Timothée Chalamet) dalla droga. E ancora 'The Old Man & the Gun', ultimo lavoro di Robert Redford e, infine, la biopic 'Stanlio e Ollio' interpretata da John C. Reilly e Steve Coogan (entrambi attesi a Roma).
    Omaggi poi a Vittorio Taviani, Ermanno Olmi, Carlo Vanzina, Milos Forman e Vittorio Gassman anche con la proiezione del bel documentario di Fabrizio Corallo: 'Sono Gassman! Vittorio re della commedia'.
    Tra i restauri da segnalare poi: 'L'amore molesto' di Mario Martone, che terrà anche un incontro con il pubblico sul caso Elena Ferrante; 'Italiani brava gente' di Giuseppe De Santis e un omaggio a Vittorio Taviani con 'San Michele aveva un gallo', presentato alla festa da Martin Scorsese che a sua volta riceverà il premio alla carriera dalle mani di Paolo Taviani.
    Infine, previsto anche il restauro de 'Il tempo si è fermato' per celebrare Ermanno Olmi e quello de 'La grande guerra' di Mario Monicelli alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
    Un'edizione, comunque, ricca di memoria, documentari, star e con un fil rouge nel segno del neo-noir. Non manca però, come da tradizione, anche una piccola polemica. Questa volta tocca ad Alberto Barbera, 'colpevole' di aver dichiarato in un'intervista a Vanity Fair che la manifestazione romana resta alla fine una realtà solo "locale". Per Monda una "scivolata di cattivo gusto" da parte del collega a capo della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
    Ma non finisce qui. Pochi giorni fa Barbera twitta sulla Festa di Roma e sulla sua rivendicazione di essere un festival al femminile: "Stanco di leggere che a #Venezia75 c'era un solo film diretto da una regista. Erano 23, sparse nelle varie sezioni. A #romacinemafest ne ho contate 12 (salvo errori e dimenticanze), più 12 in Alice nelle Città, ma intitolano 'Roma esalta le donne'. Informarsi meglio no?". 
   

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