Archiviata la possibilità di "unire le forze" dei due Saloni, dopo il nuovo "no" di Torino a Milano, e di creare quell'alternanza delle fiere, prospettata come soluzione soprattutto dai grossi gruppi, è il momento della tutela e valorizzazione della manifestazione torinese, a partire dal marchio. Il ministero per i Beni e le Attività Culturali "vuole tutelare il marchio del Salone del Libro, ma non acquistare il marchio" ha spiegato il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli. "Abbiamo avviato un provvedimento di tutela nei confronti dell'archivio e quindi del marchio.
Questo non vuol dire che lo stiamo acquistando o nazionalizzando. Il ministero può fare l'ultima linea di difesa.
Se nessuno lo volesse il ministero se ne potrà occupare" ha sottolineato il ministro. Questo perchè, dice Bonisoli "il Salone del Libro di Torino è un patrimonio culturale e visto che il mio ministero si occupa di cultura anche il Salone è un pezzo della cultura italiana di cui occuparsi".
Un riconoscimento "importante" - che arriva mentre il commissario liquidatore, Maurizio Gilli, starebbe predisponendo la vendita degli asset della Fondazione per il Libro messa in liquidazione - perchè "dà valore e riconosce questo ruolo nazionale e internazionale di Torino. Il Salone del Libro ha dato ampia dimostrazione di avere la forza e di essere il Salone dell'Italia" come dice la sindaca di Torino, Chiara Appendino nel giorno in cui a Torino si festeggia la riapertura, dopo 21 anni, della Cappella della Sindone del Guarini restaurata.
"Lavoreremo come abbiamo sempre fatto. Ogni anno da quando sono sindaca - aggiunge - sento dire che il Salone è morto, ma non è così. È vivo, è fortissimo" e annuncia che "anche la prossima sarà un'edizione incredibile. Non abbiamo bisogno di Milano".
Certo i problemi da risolvere non sono pochi e, dopo le dimissioni di Massimo Bray, si cerca ora il nuovo presidente del Circolo dei Lettori che sarà a sua volta anche presidente del Salone del Libro. Ma più incerto sembra il futuro di 'Tempo di Libri' di cui si saprà la sorte, come ha annunciato ieri il presidente dell'Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi "il 28 ottobre prossimo, dopo il consiglio di amministrazione di Fiera Milano. E, dopo quella data terremo in considerazione, in accordo con Fiera Milano, tutte le opzioni". Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sottolinea che: "quello che mi pare di capire dalla nostra fiera è che c'è il tentativo di cercare delle formule diverse, sempre parlando di libri, ma trovando una formula che non obblighi gli editori a rifare la stessa cosa a Milano e Torino". E poi chiarisce: "ci stanno lavorando e li incontrerò presto, però la via maestra è un po' questa, trovare formule diverse".
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