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Jeffrey Deaver, quel libro di cucina con Faletti

Jeffrey Deaver, quel libro di cucina con Faletti

Re del thriller star a Pordenonelegge, "mi piace la tv"

PORDENONE, 22 settembre 2018, 10:59

Mauretta Capuano

ANSACheck

Jeffrey Deaver - RIPRODUZIONE RISERVATA

Jeffrey Deaver - RIPRODUZIONE RISERVATA
Jeffrey Deaver - RIPRODUZIONE RISERVATA

PORDENONE - Il re del thriller Jeffery Deaver ama molto cucinare e voleva "scrivere con Giorgio Faletti, prima che lui scomparisse, il 4 luglio 2014, un libro di ricette".
    Purtroppo non hanno fatto in tempo, ma "la cosa buffa è che io avrei scritto quelle italiane e Faletti quelle americane" racconta Deaver al suo arrivo a Pordenone, dove il 22 settembre è protagonista di uno degli incontri più attesi del festival Pordenonelegge con il suo nuovo libro 'Il taglio di Dio' (Rizzoli) che negli Stati Uniti è andato benissimo.
    Originario di Chicago, dove è nato nel 1950, Deaver è un grande estimatore della cultura italiana "che si tratti di automobili, di moda, di cibo. A me piace molto cucinare, spesso piatti italiani" dice lo scrittore che ha ambientato il suo precedente libro, 'Il valzer dell'impiccato' proprio nel nostro Paese.
    Convinto che un romanzo debba essere "preparato con grande cura dei dettagli", debba "coinvolgere il lettore in un'esperienza forte" e sempre più interessato "alla tv piuttosto che al cinema", questa volta Deaver ha messo al centro della sua storia lo spietato mondo del commercio dei diamanti. Una sfida per lo straordinario intuito del suo investigatore tetraplegico Lincoln Rhyme e per la bella collega Amelia Sachs. "Lincoln è diventato popolare perchè è un personaggio diverso, in cui prevale la mente" dice lo scrittore americano.
    "I diamanti hanno sempre avuto un ruolo molto interessante, ad un certo punto anche di tipo religioso. Era considerato addirittura un peccato tagliare un diamante perchè veniva ritenuto il cuore di Dio. Quando però gli esseri umani si sono resi conto che con i diamanti avrebbero potuto guadagnare dei soldi, non è stato più un peccato tagliarli" spiega Deaver. Le loro sfaccettature sono perfette per il tipo di storia che voleva raccontare ne 'Il taglio di Dio': "da un lato il diamante è un simbolo d'amore, un sigillo, ma dall'altro ha delle sfumature che hanno a che fare con il crimine e con i potentati geo-politici internazionali" dice.
    E' importante, per Deaver, che il lettore sia coinvolto emotivamente ma dice anche che : "da appassionato di cinema mi è capitato spesso di trovarmi di fronte a scene di violenza esplicita non solo ributtanti ma rappresentate per più pagine o riprese, banalizzando in sostanza la storia. E' l'opposto di quello che inseguo nei miei libri dove mi ispiro al maestro del genere, quell'Alfred Hitchcock che raccontava la violenza usando come espediente la suspence" sottolinea l'autore de 'Il collezionista di ossa', diventato un film di Phillip Noyce. "Per fare un film devi seguire schemi molto precisi che in qualche maniera si avvicinano ai miei quando scrivo, come il ritmo veloce e i dialoghi serrati. Inoltre, nei miei romanzi faccio dei tagli come fossi un montatore" racconta Deaver che scrive un libro all'anno e per la maggior parte legge saggistica. "Ora sto leggendo 'Fear' di Bob Woodward su Donald Trump". E degli Stati Uniti sottolinea: "siamo diventati un paese con una forte contrapposizione fra destra e sinistra, come non c'è mai stata. L'economia sta andando bene ma in realtà la situazione economica maschera il fatto che la gente sia sottopagata". Quanto all'immigrazione: "E' una problematica - sottolinea - che negli Stati Uniti inizia a farsi sentire. Non è importante ed essenziale come qui da voi. Il fatto è che viene utilizzata come strumento di discussione politica e ci sono vari uomini politici, e non parlo del mio presidente, che stanno investendola di un peso decisamente superiore a quello che ha". 'Il taglio di Dio' non si sa ancora se diventerà un film o piuttosto una serie. "Purtroppo da una ventina d'anni è in corso una controversia legale su 'Il collezionista di ossa' che non riguarda me, ma la distribuzione. Questo ha impedito la realizzazione di un sequel. Comunque la cosa che mi interessa oggi è la tv, Netflix, Sky, la stessa Rai. Ho lavorato a una sceneggiatura originale su una questione molto sentita negli Stati Uniti e cioè il fatto che spesso i poliziotti bianchi sparino su soggetti disarmati, per la maggior parte di minoranze etniche. La serie si chiamerà 'Uno, cinque' che è il nome di un distretto di polizia americano" spiega Deaver che tra gli autori italiani preferiti cita Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio e Carlo Lucarelli.
   

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