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Ascanio Celestini, ecco l' armata dei senzatetto inclusi noi

Libro con Albanese, il 5/9 evento sold out ad apertura Festivaletteratura di Mantova

(ANSA) - ROMA  - Fatti con materiali presi dai cassonetti, gettati via, rifiutati, vengono fatti rinascere da Giovanni Albanese e diventano opere d'arte i personaggi ai quali Ascanio Celestini ha ridato la parola, una nuova lingua, ne 'L'armata dei senzatetto'. Un libro speciale, pubblicato da Contrasto, che sarà presentato nell'incontro spettacolo 'Un gioco ri-creativo' al Teatro Bibiena di Mantova già sold out, il 5 settembre, nel giorno d'apertura del Festivaletteratura di Mantova. Un libro che come prima recensione-video ha avuto quella del ministro e vicepremier Matteo Salvini, 'doppiato' da Celestini, pubblicata sulla pagina facebook dell'attore, in cui c'è anche Bambi da colorare. "Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica in breve in che mondo viviamo e Salvini lo fa. Che poi sia mostruoso è un problema che vedrà lui la sera quando va a dormire. Salvini è mostruoso in maniera significativa, racconta qualcosa di come siamo. Certe volte abbiamo bisogno di Salvini, come prima di Berlusconi, di Craxi, di Mussolini. Di qualcuno che ci faccia vedere come siamo. Noi siamo Salvini. E' uno specchio. Se io lo capisco vuol dire che parlo la sua stessa lingua. Se lo capisci sei già come lui. Poi ti difendi" spiega Celestini.

 Nel libro ci sono l'Antimilitarista, nato da un vecchio pennello da barba, una palla di natale e un soldatino di simil piombo che "perde tutte le guerre", il Cesso Ambulante che "non si riesce a fermare, ma non sa dove andare" e il Cavaliere "che è tutt'uno con la bestia che cavalca tanto da risultare un essere a sei zampe". Ma chi sono i senzatetto, i migranti? "Che cos'è la casa, il tetto? E' la madre, la famiglia, il paese. Una volta - racconta Celestini - una persona a Lampedusa mi ha detto: 'Voi dite ho perso tutto quando vi rubano la borsa', ma noi quando arriviamo nel vostro paese abbiamo perso ogni cosa, anche la lingua.

Senzatetto sono quelli che non hanno più niente, nulla. E dovremmo capire quanto tutti noi siamo senza tetto. Quanto tutti noi con i nostri problemi, idiosincrasie ci ripeschiamo dall'immondizia ogni giorno" dice all'ANSA Celestini. "Tutti questi personaggi - aggiunge Ascanio - non vanno da nessuna parte. Noi vorremmo sempre assomigliare invece a quelli che arrivano da qualche parte, ai Ronaldo, ai calciatori, ai grandi della storia e invece dovremmo avere un po' più di consapevolezza di quanto assomigliamo ai senzatetto che non arrivano da nessuna parte. E poi pure i Superman sono un po' senzatetto". Un incontro felice quello tra Celestini e Albanese, scultore che ha sperimentato nuovi linguaggi espressivi, le cui opere sono entrate nelle collezioni di numerosi musei fra cui il Macro di Roma, che ha al suo attivo anche lungometraggi da regista tra cui A.A.A. Achille scritto con Vincenzo Cerami.

"Queste opere - racconta Albanese - sono come dei figli per me, personaggi con la propria mente, individualità, anima, che prendono un corpo ancora più profondo con le parole e analisi di Ascanio che gli fa percorrere delle strade mentali che sono andate molto oltre la mia comprensione stessa". "E' la prima volta che queste opere hanno una biografia. Ci hanno scritto critici d'arte, ma questa cosa è diversa. E' uno stato di famiglia, una certificazione del loro essere in vita" aggiunge. Ascanio ha lavorato per improvvisazione: "L'opera d'arte è un punto di arrivo, una conclusione. Io artista e fratello di Giovanni Albanese ho cercato di girarci intorno, di fare finta di sapere chi sono questi personaggi. E paradossalmente, con una libertà maggiore rispetto alla sua, mi sono messo lì a immaginare, a costruire. Ho scritto tutto ad alta voce".
 Così a Mantova la presentazione del libro diventa uno spettacolo teatrale. "Lo è nella sincerità, nell'intenzione.
 Rileggerò alcuni passaggi, sicuramente l'introduzione ai personaggi. Poi farò 4-5 racconti, sicuramente Pazzo e Cavaliere che sono tra i miei preferiti, cercando il più possibile di leggerli fermandomi su alcune parole che sono quelle che dicono le cose. Con quella lentezza che aveva Vincenzo Cerami nel dire le cose" anticipa Celestini. 'L'armata dei senzatetto' è un viaggio in una realtà di gente, inutile, non gradita, che pure ha molto da dirci e dove diventa fondamentale "lasciare aperta la porta della compassione nei confronti di chiunque" dice Celestini. "E' una forma di barricata con i mobili Luigi XVI" sottolinea Albanese. Dopo Mantova partirà il 5 ottobre un tour di presentazioni in Italia. (ANSA).
   

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