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Reshma Saujani, porto Girls Who Code in Italia

Reshma Saujani, porto Girls Who Code in Italia

Fondatrice, c'e' gap culturale su educazione digitale

ROMA, 06 giugno 2018, 17:10

di Mauretta Capuano

ANSACheck

Reshma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Reshma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Reshma - RIPRODUZIONE RISERVATA

   (ANSA)  - Donne, tecnologia e programmazione. Mondi che anche nell'era digitale dialogano a fatica, con una velocità diversa da quella maschile. Il divario è soprattutto culturale come mostra Reshma Saujani, prima donna americana di origine asiatica a correre per il Congresso per i Democratici, fondatrice di Girls Who Code, vale a dire 'Ragazze che programmano', organizzazione no-profit nata nel 2012 che si occupa di educazione digitale al femminile, di cui fanno parte 90 mila ragazze negli Stati Uniti. Il progetto educativo, destinato alle ragazze dai 10 ai 17 anni, che ha avuto endorsement del calibro di Malala e Melinda Gates, è diventato anche un manuale pratico 'Girls Who Code. Impara il coding e cambia il mondo', pubblicato in Italia da Il Castoro.

"Vorrei far partire Girls Who Code anche in Italia, dal prossimo autunno. Ho creato questo programma e scritto un manuale per riuscire a raggiungere più ragazze possibili nel mondo. In America sono stati creati seminari gratuiti per le ragazze dopo l'orario scolastico con lezioni di informatica e programmi creati ad hoc da numerose aziende, circa 120" spiega all'ANSA la Saujani, avvocato e attivista, considerata una delle donne più influenti al mondo, protagonista il 5 giugno di un evento sul coding al femminile, per Meet the Media Guru, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

E proprio la piattaforma Meet the Media Guru, che prestò avrà anche un luogo fisico, il Meet, che potrebbe essere il luogo ideale per accogliere questo progetto. "A settembre sarà ristrutturato lo Spazio ex Oberdan, a Milano, e dovremmo aprire il centro, con Fondazione Cariplo, a marzo 2019. Sarà il primo in Italia di questo tipo, in Europa ce ne sono una cinquantina. Faremo non solo incontri, anche workshop, mostre. Le tecnologie, l'intelligenza artificiale, i robot: abbiamo a disposizione mezzi come mai è successo prima. Dobbiamo avere consapevolezza per poter scegliere i nostri processi di innovazione. L'approccio culturale va cambiato. Reshma si è accorta che le bambine erano estranee ai laboratori di coding. Come si ci fosse una falla a monte che le isolava. L'obiettivo è ridurre il gap di genere anche per raggiungere la parità occupazionale" sottolinea Maria Grazia Mattei, direttrice e creatrice di Meet The Media Guru e presidente del nuovo Meet.

 "Non ho un quadro chiaro della situazione italiana. Non ho un'idea precisa dei numeri, delle percentuali, ma ho l'impressione che le difficoltà che abbiamo di fronte siano le stesse. Come fare in modo che le ragazze si interessino al coding? Come cambiare l'approccio culturale e degli insegnanti?" sottolinea Reshma Saujani parlando dell'Italia dove dal 2014 il Ministero dell'Istruzione è impegnato nel progetto di portare il coding nelle scuole. E aggiunge: "il problema è culturale perchè finora abbiamo insegnato alle ragazze una serie di cose sulle quali dobbiamo cambiare la prospettiva. Bisogna cambiare approccio, correggere squilibri di potere secolari fondati su genere, etnia, preferenze sessuali e altro ancora. Bisogna insegnare alle ragazze a essere coraggiose piuttosto che perfezioniste. Far giocare le bambine con giochi come le costruzioni, di solito destinate ai bambini. Insomma, costruire cose, cambiare scenari e offrire libri di un certo tipo. Nel mio le protagoniste sono donne come Ada Lovelace, la prima informatica britannica che ha vissuto nell'Ottocento. E i genitori sono i primi a fare la differenza in questo approccio. Dobbiamo osare". L'unica differenza rispetto al passato, anche oggi che viviamo nel mondo digitale, secondo la fondatrice di Girls Who Code è che "siamo più consapevoli e possiamo resistere alla tendenza di tornare indietro". E "siamo sulla buona strada per raggiungere la parità di genere nel settore tecnologico entro il 2027" ha scritto la Saujani in una lettera pubblica sul sito di Girls Who Code.

 Insieme al manuale è nata anche una serie di narrativa, pubblicata sempre in Italia da Il Castoro, che mira a far entrare l'universo del coding e della tecnologia anche all'interno delle storie per ragazzine. E, dopo 'Girls Who Code. Un'amicizia in codice' arriva in libreria il 7 giugno 'Girls Who Code. Una gara da vincere' entrambi di Stacia Deutsch.
   

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