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A Roma i funerali di Oliviero Beha, il giornalismo perde il suo 'Brontolo'

Aveva 68 anni. Venerdì l'ultimo post sul blog: "Le parole sono importanti". Nainggolan dedica gol con Juve alla famiglia

Si sono tenuti a Roma, nella chiesa Sant'Angeli Custodi nel quartiere di Montesacro, i funerali di Oliviero Beha, morto dopo una breve malattia.

La scomparsa del giornalista e scrittore era stata annunciata dalla figlia Germana che sul blog tanto amato dal padre (aveva voluto aggiornarlo fino al giorno prima della morte) lascia anche uno struggente ricordo postato sotto ad una foto di Beha (ripreso di spalle) che cammina accanto al nipotino Michele, 2 anni, figlio di Germana. "Scrivo queste righe perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell'informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La 'libertà è un lusso di pochi' mi ripeteva…". E poi: "Buon viaggio papà, continua, come sempre hai fatto a camminare e pensare veloce… noi continueremo a parlare di te e con te. Michele continuerà a guardarsi le due linee sul palmo della mano e dirà "nonno" e noi, ti ritroveremo li…". 

Amato e odiato, tante volte premiato per i suoi libri, le trasmissioni in radio e in tv, i saggi critici. Ma anche censurato e osteggiato, spesso in polemica. Oliviero Beha, morto ieri sera a Roma a 68 anni, era un po' così. In qualche modo un Brontolo, dal titolo di una sua fortunata trasmissione su Rai 3, chiusa tra le polemiche nel 2013. Giornalista, ma anche scrittore, saggista, autore teatrale - grande amico di Albertazzi che ha salutato solo un anno fa - è stato un lettore attento e caparbio della società e spesso una voce contro. Dopo l'esordio a TuttoSport e Paese Sera, i tanti anni a Repubblica, l'impegno in televisione e in radio, attualmente era editorialista de Il Fatto Quotidiano. E autore di un seguito blog, che ha aggiornato fino a ieri con un post dedicato ai tg, ("le parole sono importanti") e al modo in cui è stata raccontata l'esplosione di un rudimentale ordigno a Roma. Ad ucciderlo, racconta la figlia Germana, "è stato un male molto veloce". Ma se n'è andato nel suo letto, aggiunge, 'circondato dalla sua grande famiglia allargata. Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici'. Lascia la moglie, Rosalia, e tre figli, Germana, Manfredi e Saveria, nata con la sindrome di Down, che era stata protagonista con lui, due mesi fa di una puntata di Nemo, su Rai2, per sfatare luoghi comuni e pregiudizi. L'esordio in tv è del '87, con Andrea Barbato in Va' Pensiero, contenitore culturale in onda su rai3 tutte le domeniche. Ma la grande popolarità arriva nel '92 con Radio Zorro, programma di servizio di radiorai seguitissimo e premiatissimo, che nel '95 si fonderà con 3131 trasformandosi in RadioZero 3131 e diventerà una sorta di caso subissato dall'interesse degli ascoltatori con un record di 300 telefonate in un'ora e mezza di trasmissione. RadioZero verrà portato anche in tv , con Video Zorro sul Rai3. Poi ci saranno La Gazzetta dello Spot, sempre su Rai3 con Barbato (1989-90) e Brontolo, dal 2010, ancora una volta sulla terza rete del servizio pubblico. Giornalista, appassionato di calcio (fece un enorme scalpore nel 1984 la sua inchiesta sui Mondiali dell'82 nella quale sosteneva che la partita tra Italia e Camerun fosse stata combinata) e di società, ma anche grande amante del teatro, per il quale ha scritto testi, e poeta. Tra i suoi titoli, All'ultimo stadio (Selezione Bancarella), Anni di Cuoio (Premio Chianciano) Inverso (Selezione Viareggio). L'ultimo libro, 'Mio nipote nella giungla. Tutto ciò che lo attende (nel caso fosse onesto)', pubblicato nel novembre 2016 con Chiarelettere, era dedicato a Michele, amatissimo figlio di Germana. Un po' racconto, un po' confessione, un po' pamphlet, ancora una volta uno sguardo crudo e critico sul mondo di oggi. Un 'manuale di sopravvivenza pratica', spiegava lui, che sempre sul blog era intervenuto il 15 marzo in video, il maglione rosso, un viso che solo a posteriori si potrebbe giudicare sofferente, per lanciare un appello accorato ai suoi lettori: 'Il libro è stato pubblicato, ma non si trova in vendita. C'è un problema di distribuzione. Aiutatemi, segnalatemi le librerie che ce l'hanno'. Ancora una volta da combattente. 'Era molto amato e lo sapeva, era felicissimo dell'attenzione dei suoi lettori e di chi lo seguiva in tv - commenta oggi la figlia - amato e odiato, lui era così'. La sua voce, ostinatamente indipendente, mancherà a tanti.

Gentiloni: "Beha era impegnato, indipendente e mai banale" - "Ricordo Oliviero Beha giornalista impegnato, indipendente e mai banale". Lo scrive su Twitter il presidente del consiglio Paolo Gentiloni. 

Nainggolan dedica gol con Juve a famiglia Beha - Gol importante con dedica speciale per Radja Nainggolan, autore della terza rete con cui la Roma ha superato all'Olimpico la Juventus. Il centrocampista dopo la gara ha pubblicato sul proprio account Instagram un messaggio diretto a Manfredi Beha che ha perso nella giornata di ieri il padre Oliviero, celebre giornalista spentosi all'età di 68 anni: "Amico mio ci sono poche parole per il dolore che stai passando, ma dietro un grande uomo ci sta un'altra grande persona. Dedico questo gol e la vittoria a te e a lui lassù, ti voglio bene...".

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