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Salone libro: editori lasciano Torino e vanno a Milano

Strappo dell'Aie. Chiamparino, accettiamo la sfida

   E' durata oltre tre ore ed è stata tutt'altro che pacifica la riunione del consiglio generale dell'Associazione Italiana Editori che oggi ha dato il via libera a un progetto di promozione del libro che ha come punto clou una manifestazione a Milano a maggio.
    Un via libera (32 votanti, 17 sì 7 no e 8 astenuti) che è l'ufficializzazione dell'addio dell'Aie al Salone del Libro di Torino. In realtà, già nel consiglio del 25 febbraio gli editori avevano deciso di uscire dalla Fondazione per il Libro ma per "correttezza istituzionale", ha spiegato il presidente Federico Motta, hanno aspettato dato che a Torino c'era la campagna elettorale.
    Non sono bastati i tentativi torinesi per ricucire, né le assicurazioni del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ci sono le condizioni per il rilancio del Salone di Torino. "Noi iniziamo un percorso nuovo", ha spiegato Motta per fare in prima persona ( come negli altri Paesi dove "sono le associazioni degli editori" a gestire le fiere), e senza fondi pubblici, "qualcosa di nuovo e utile a tutti". La scelta, ha assicurato il presidente, non è dipesa solo dai costi, che sarebbero 200 mila euro per tre padiglioni a Rho Pero contro i 600 mila del Lingotto.
    Gli editori hanno deciso di creare una nuova società con Fiera Milano (che avrà il 51% delle azioni) per promuovere il libro, una promozione che coinvolgerà tutti i settori dell'editoria, inclusi fumetti, scolastica, varia, accademica.
    La fiera milanese (il nome sarà annunciato a settembre) si svolgerà a maggio, quindi nello stesso periodo del Salone di Torino, ma a questa si uniranno l'evento romano che già esiste 'Più libri più liberi', dedicato alla piccola editoria, e un ulteriore salone al Sud, che sarà itinerante. Ogni anno in una città diversa. Resta l'apertura a una "collaborazione con Torino", se vorrà, per progetti di "promozione della lettura".
    Inevitabili le polemiche dopo una decisione storica, tanto che la casa editrice Lindau si è detta pronta a lasciare l'associazione e raccogliere in un coordinamento gli editori a sostegno del Salone di Torino. Di decisione "gravissima" dell'Aie ha parlato la deputata Pd Silvia Fregolent. Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, ha spiegato di voler usare "toni meno sgradevoli" di quelli di Motta per dirgli che "la sfida è accettata". A breve arriverà un progetto innovativo di rilancio di Torino, in cui sono coinvolti anche i ministeri dell'Istruzione e dei Beni culturali che sono soci della fondazione. "Il futuro del Salone dipende dal progetto che riusciremo ad elaborare - ha osservato il governatore -: non possiamo pensare di fare leva solo sulle divisioni interne all'Aie, correndo il rischio di fare due 'saloncini'".
    "L'obiettivo del dottor Motta era chiaro - ha aggiunto il sindaco di Torino Chiara Appendino -. Noi andiamo avanti per la nostra strada: il Salone del Libro è un valore aggiunto per Torino e per il Piemonte e l'edizione 2017 si farà".
    L'appuntamento, a questo punto doppio, è a maggio. 
   

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