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Beppe Carletti: 'Un film sui Nomadi con Pupi Avati' - ESCLUSIVA

Oltre 50 anni di storia, doppio album live per Augusto e l'inedito 'Così sia'

Oltre 50 anni di storia di una delle band più longeve del mondo (seconda solo ai Rolling Stones), con un marchio di fabbrica inossidabile, meritano di essere celebrati: è da questa considerazione che nasce l'idea di un film sui Nomadi con la prestigiosa firma di Pupi Avati, regista e grande appassionato di musica. A rivelarlo all'ANSA in un' INTERVISTA (GUARDA IL VIDEO) è Beppe Carletti, tastierista, anima e fondatore del gruppo.

A Roma per un appuntamento con Avati, con il quale sarebbe "un onore" lavorare, 'il timoniere' Carletti è in giro con la band per il consueto 'tour permanente' (70, 80 concerti l'anno) e per promuovere il doppio album live che contiene grandi successi dei Nomadi (registrati a febbraio durante il 24/mo Nomadincontro a Novellara) e un inedito intitolato 'Così sia'.

Una canzone solare, un inno alla vita, ma anche un modo per celebrare le unioni civili e l'amore in tutte le sue forme. "Un pezzo attualissimo, che racconta i giorni nostri", spiega Carletti, sottolineando il bisogno urgente di "positività, fiducia e speranza", nel solco di una tradizione
imperniata su valori positivi "che i Nomadi hanno sempre promosso e rappresentato".

 


Il nuovo brano rinnova il repertorio di hit intramontabili, da 'Io vagabondo' a 'Sangue al cuore' e 'Ho difeso il mio amore', "con l'impegno - sottolinea Carletti - a rispettare il passato glorioso dei Nomadi e quanto fatto insieme ad Augusto".

Primo frontman del gruppo, Augusto Daolio ha guidato la band delle origini insieme a Carletti. Del suo ricordo, Beppe ha fatto un impegno costante organizzando ogni anno a Novellara un megaraduno in suo onore. "Ogni volta che faccio qualcosa mi chiedo se Augusto la farebbe e finora - confessa - mi sono sempre risposto sì. Siamo cresciuti insieme, abbiamo scritto ed interpretato le prime canzoni dei Nomadi. Abbiamo condiviso 30 anni di vita, palchi, chilometri e canzoni, da quando avevo 16 anni. Augusto cammina al mio fianco. Virtualmente è sempre qui con me, è sempre vivo".



A Carletti piace riascoltare i nuovi pezzi. "Mentre sono in macchina cerco di capire se avremmo potuto fare qualcosa diversamente o meglio. Noi Nomadi - spiega - crediamo in quello che facciamo, ci mettiamo faccia. Cerchiamo sempre di fare le cose per bene nel rispetto del nostro passato". Una storia che, per longevità, "non ha eguali, ma questo non vuol dire - precisa Carletti, con l'umiltà che lo contraddistingue - che noi siamo i più bravi". Il suo modo di essere, semplice e genuino, ne fa uno degli artisti più stimati del panorama italiano. Quando, dopo il grande terremoto, chiamò a raccolta i colleghi per Italia loves Emilia, tutti arrivarono e si misero a disposizione. L'unica assenza che all'epoca saltò agli occhi fu quella di Vasco Rossi.

Dopo la scomparsa di Augusto, altri cantanti hanno dato voce ai Nomadi, fino a Cristiano Turato, subentrato a Danilo Sacco nel 2012. Ma anche il bassista Massimo Vecchi canta volentieri, come ha fatto nel suovo singolo 'Così sia'. 

Il merito che Carletti, anima del gruppo dal primo giorno ad oggi, si riconosce è quello di essere riuscito, con i suoi compagni di viaggio, "a mantenere l'identità dei Nomadi, anche se con persone diverse, conservando lo stile e gli ideali delle origini, senza cercare il successo ad ogni costo. Noi non siamo un gruppo alla moda, non facciamo rap. Amiamo cantare le nostre canzoni ascoltando quello che dice la gente e quello che ci suggerisce il cuore", spiega.

Sempre on the road, i Nomadi fanno continuamente concerti in giro per l'Italia. "Non siamo persone da stadio, ma da piazza. Ci piace guardare il pubblico che canta e scambiarci sorrisi. Amiamo - conclude - le feste popolari del Sud Italia. Un mondo meraviglioso".

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