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Obama e Michelle in piedi per Bocelli a Washington

Obama e Michelle in piedi per Bocelli a Washington

Standing ovation dei potenti del mondo per il cantante italiano

ROMA, 04 febbraio 2016, 22:34

Redazione ANSA

ANSACheck

Obama e Michelle applaudono Bocelli a Washington - RIPRODUZIONE RISERVATA

Obama e Michelle applaudono Bocelli a Washington - RIPRODUZIONE RISERVATA
Obama e Michelle applaudono Bocelli a Washington - RIPRODUZIONE RISERVATA

I potenti del mondo in piedi per Andrea Bocelli. Questa mattina è stata accolta con una lunga standing ovation l'esibizione del tenore italiano all'apertura della 64/a National Prayer Breakfast, sponsorizzato sia dal Senato americano, sia dall'House of Representative Prayer Group (il gruppo di preghiera della Camera dei Deputati Usa).
    All'evento hanno preso parte il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la First Lady Michelle, il Vice Presidente Joe Biden e i più influenti politici mondiali, tutti riuniti per confrontarsi su temi di attualità mondiale, e per perfezionare collaborazioni internazionali su progetti di solidarietà, sviluppo e promozione umana.
    Bocelli è stato salutato dallo stesso Obama con le parole "Grazie Andrea per aver condiviso il tuo prezioso dono". Per la prima volta nella storia della National Prayer Breakfast, un personaggio riceve un secondo invito ad intervenire e pregare insieme: già presente all'edizione 2013, Andrea Bocelli, oltre a cantare, aveva tenuto un breve ma potente discorso. E anche oggi il tenore era presente in veste non solo di artista, ma anche e soprattutto di profilo pubblico costantemente attivo nell'ambito della solidarietà, uomo di pace e di fede, e promotore di valori sociali, culturali e cristiani nel mondo, tenacemente impegnato nell'ambito della beneficenza, soprattutto attraverso la sua fondazione, la Andrea Bocelli Foundation.
    Accompagnato sul palco da sua moglie, Veronica Berti, Bocelli si è esibito in apertura e chiusura dell'evento, cantando "Panis Angelicus" ed "Amazing Grace", accompagnato al pianoforte da Eugene Kohn.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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