Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

I Padiglioni: magia Giappone, Spagna edicola 'politica'

I Padiglioni: magia Giappone, Spagna edicola 'politica'

89 padiglioni stranieri tra Giardini, Arsenale e resto Venezia

VENEZIA, 07 maggio 2015, 18:05

Roberto Nardi

ANSACheck

Italy Biennale of Arts © ANSA/AP

Italy Biennale of Arts © ANSA/AP
Italy Biennale of Arts © ANSA/AP

    Una cartina di Venezia e tre colori: uno per i 29 padiglioni nazionali ai Giardini, l'altro per i 31 all'Arsenale, il terzo per i 29 distribuiti in ogni angolo della città. Attenzione, con l'ultimo colore tanto vale segnare la miriade di proposte e mostre che da ieri, a ritmi vertiginosi, si inaugurano un po' ovunque, da musei a case private.
    "All the World's Futures" di Okwui Enwezor, mostra della 56.
    edizione dell'esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia (dal 9 maggio al 22 novembre), traccia una sorta di 'linea guida' sul piano tematico, ma la varietà dei padiglioni nazionali è piuttosto ampia. Paolo Baratta, presidente della Biennale, fa la somma, 89, e ricorda, a titolo di paragone, che 18 anni fa erano 58. Ai Giardini, come tradizione, gli sguardi di molti si rivolgono verso gli Stati Uniti - code per vedere il lavoro di Joan Jones -; poco più in là c'è la triade composta da Francia (con "Revolutions" di Celeste Boursier-Mougenot e gli alberi semoventi), Gran Bretagna (le sculture-installazioni di Sarah Lucas dove la questione sessuale è 'urlata'), Germania (via la scalinata si entra da una scala a chiocciola laterale e lo spazio espositivo con voce centrale 'migranti' è in alto, mentre a piano terra c'è un pavimento diroccato). In mezzo, tra gli ultimi due, il Canada e dall'altra parte il raffinato e bellissimo padiglione giapponese con Chiharu Shiota: una pioggia di chiavi tenute da una ragnatela di filo rosso che incombono e riempiono una barca. Se la Grecia, in un padiglione 'diroccato', presenta una installazione - un vecchio negozio di pelli di animali - che fa esplodere nella mente la situazione difficile del Paese, la Spagna spazia dai video su Dalì all'edicola con richiami al gossip e alla politica italiana, Berlusconi e 'bunga bunga' compresi. Dall'altra parte della stanza un'altra edicola chiusa da un telone con la scritta 'materiale per adulti vietato minori' (ai curiosi guardare le proposte all'interno). In una Biennale 'politica' non mancano i segni anche nei padiglioni stranieri: in quello del Brasile Berna reale firma un video con un tedoforo che con la torcia olimpica per il 2016 attraversa gli spazi di un carcere, segno di liberazione a favore dei diritti dell'uomo. In Brasile - è scritto in un cartello - ci sono 274 detenuti ogni 100mila abitanti. Israele ha il padiglione ricoperto di pneumatici, mentre la Danimarca parla con le opere di Danh Vo, di origini vietnamite arrivato nella terra del nord Europa piccolissimo. Alcuni esempi, tra tutti, in area Arsenale: nel padiglione cinese le immagini video realizzate dai capi villaggio a documentare la vita delle loro comunità; nel lettone, l'installazione multimediale dedicata agli 'gnomi' dei garage, una comunità maschile chiusa formata da 'colletti bianchi' in pensione che usano questi spazi nelle periferie delle città-dormitorio d'epoca sovietica per creare apparecchi meccanici o elettrici. Ma i "rumori" del mondo al centro dell'interesse della Biennale di Enwezor sono anche la raccolta nel padiglione dell'Istituto Latino-Americano degli idiomi indigeni espressione di culture che rischiano di scomparire; mentre nel padiglione della Santa sede "In principio...la parola si fece carne", tema scelto dal commissario, il card. Gianfranco Ravasi, che ha chiamato la colombiana Monika Bravo, la macedone Elpida Hdzi-Vasileva e il fotografo Mario Macilau, del Mozambico. In laguna, intanto, sono pronti a navigare iceberg metallici e barche di carta; mentre nei palazzi e hotel lungo il canal grande si accendono le feste vip.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza