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Sono innocente, Vasco ritrova vena melodica

Sono innocente, Vasco ritrova vena melodica

Tra 'sequel' Vita spericolata e brano scritto a 15 anni

ROMA, 31 ottobre 2014, 10:41

di Paolo Biamonte

ANSACheck

Vasco Rossi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vasco Rossi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vasco Rossi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Questa estate tra l'Olimpico di Roma e San Siro a Milano con sette concerti sold out aveva travolto le platee con una decisa sterzata metal della sua musica.
Interrompendo la tradizione dell'uscita in primavera, Vasco Rossi torna sul mercato con "Sono innocente" un album che, come aveva fatto intuire "Come vorrei" il singolo pubblicato pochi giorni fa, cambia strada di nuovo, con una ritrovata vena melodica e la tranquillità di chi può permettersi il lusso di tracciare bilanci, analizzare il presente e parlare d'amore senza far troppi drammi. E persino di proporre una sorta di sequel di "Vita spericolata" 31 anni dopo: "Quante volte" usa le stesse armonie e una sequenza melodica molto vicina a quella del suo capolavoro: stavolta però a chi sognava di essere Steve McQueen è subentrato un uomo che dice "quante volte ho pensato è finita e poi mi sono svegliato il lunedì, non voglio più vivere solo per stare in compagnia".

Lo stesso Vasco che traccia uno scanzonato bilancio esistenziale ironicamente venato di blues con un'elegante chitarra slide ne "Il blues della chitarra sola" si avventura in una canzone d'amore che sembra destinata a diventare un nuovo must da concerto: "Aspettami", con un testo che sintetizza un mondo interiore e una tenerezza forse nascosta da una vita vissuta pericolosamente: "giuro che ti sto pensando ma non è vero, disperatamente cerco di scordarti ma non è vero, tutte le volte che ho cercato di lasciarti non c'ero". Se a tutto questo si aggiungono i due singoli già anticipati, l'ironico e programmatico "Cambia-menti" e "Come vorrei", e si considera che "L'ape regina", ritratto femminile tutt'altro che politically correct (l'elenco delle "vittime" comprende anche un curato), è chitarre acustiche e percussioni, globalmente ne viene fuori un sound molto più morbido di quello ascoltato dal vivo. Ovviamente i chitarroni sferraglianti, i riff implacabili e le ritmiche vertiginose ci sono: "Sono innocente" la title track, veste di metal un testo che è una rivendicazione di identità: "Sono innocente ma non mi fido più, sono innocente ma qui qualcuno è sempre pronto a giudicare, sparatemi ancora così vedremo chi cade chi perde chi ruba, non sono perfetto lo so ma sono pulito davvero, qualche macchia qua e là qualche incidente con le autorità". "Duro incontro" mescola invece chitarre heavy a tastiere quasi dance e un testo ritmico che adatta l'italiano agli accenti del rock. C'è anche una chicca per appassionati: "Marta piange ancora", scritta quando Vasco aveva 15 anni e finora diffusa in Rete in una versione pirata e incompleta. "L'uomo più semplice", qui è riproposto in versione reloaded, un rockaccio di stampo americano anni '80 e una frase simbolo: "siamo vivi domani chi lo sa". 

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