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Festival Roma: Risi, racconto gli attori di seconda fila

Festival Roma: Risi, racconto gli attori di seconda fila

In Tre tocchi sei storie semivere di interpreti meno fortunati

ROMA, 22 ottobre 2014, 13:15

di Francesco Gallo

ANSACheck

'Tre tocchi ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Tre tocchi ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
'Tre tocchi ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fare l'attore non è affatto un mestiere facile. Si è in genere frustrati e si è sempre in attesa di una telefonata che non arriva mai e di un provino da superare. Così Marco Risi, da sempre impegnato nel cinema sociale, fa il punto sulla situazione con 'Tre tocchi', passato oggi al Festival Internazionale del Film di Roma e in sala dal 13 novembre. Sullo schermo le storie vere di sei attori di seconda fila che raccontano episodi veri o solo ispirati alla loro vita reale o professionale.

Ed esattamente le loro gioie e delusioni, successi e fallimenti. Sei vite profondamente diverse, ma accomunate da due grandi passioni, il calcio e il lavoro. Nel cast, Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Antonio Folletto, Gilles Rocca, Gianfranco Gallo, Valentina Lodovini, Francesca Inaudi, Matteo Branciamore, Jonis Bascir e camei di Luca Argentero, Marco Giallini, Claudio Santamaria, Maurizio Mattioli e Paolo Sorrentino. "L'idea mi è venuta negli spogliatoi della nazionale attori dove gioco da anni - ha spiegato oggi il regista, sceneggiatore e produttore milanese, David di Donatello per Ragazzi fuori -.

Lì ho assistito alle battute che si scambiavano alcuni di questi attori in cerca di lavoro. Un giorno uno di loro mi ha addirittura assalito e mi ha detto: cazzo, sono bravo, perché non mi fai un provino. Allora mi è venuta voglia di raccontare la sua storia e quella di altri di quello spogliatoio".

Tutte storie vere o abbastanza vere, perché, come spiega ancora il regista, "quello dell'attore è il lavoro più precario che ci sia. Non dipende mai da te, ma dal produttore, a cui è stata raccomandata qualche amichetta, o dal regista a cui, al limite, non piace quel giorno la tua pettinatura".

Dice uno dei protagonisti del film, Leandro Amato: "Ho invitato a teatro Risi, ma non è servito a nulla. A un certo punto ho inveito contro di lui e gli ho raccontato la mia storia". Spiega invece Emiliano Ragno: "Vedevo che Marco nello spogliatoio mi guardava e riguardava. Non capivo proprio cosa dover pensare. Non potevo immaginare che volesse fare un film".

E ancora Massimiliano Benvenuto, che nel film si vede fare il buttadentro davanti a un ristorante di Piazza Navona: "Anche nella mia vita c'è stata vera schizofrenia. Ho fatto una fiction per Rai1 e poi mi sono ritrovato a fare l''acchiappino' davanti a un ristorante".

I tre tocchi del titolo, spiega Risi, "sono gli stessi del calcio e della vita. Ovvero concentrazione, visione e velocità".

Mentre il regista respinge con forza l'accusa di avere fatto un film di soli uomini in cui le poche donne che si vedono ne escono male: "Dipende solo dal fatto che le donne non giocano a calcio, almeno dove gioco io". 

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