Resta in carcere Simone Borgese, il trentenne romano che ha confessato lo stupro di una tassista avvenuto la mattina dell'8 maggio scorso. Lo ha deciso il tribunale del riesame presieduto da Filippo Steidl. Nell'ordinanza si sottolinea la necessità di una misura di "massimo rigore" poiché sussiste il pericolo di reiterazione del reato anche alla luce di un altro episodio in cui è coinvolto l'indagato, ossia il presunto abuso sessuale di una minorenne avvenuto in un ascensore circa un anno fa. Non solo, per i giudici, che hanno accolto il parere negativo alla scarcerazione del pm Eugenio Albamonte, Borgese potrebbe anche darsi alla fuga per sottrarsi "alla elevata pena - si legge nell'ordinanza - prevedibilmente irrogabile all'esito del giudizio per i due reati in addebito". Quanto all'episodio che sarebbe avvenuto con una minore in un ascensore, il gip ha fissato per il 10 giugno prossimo l'incidente probatorio nel corso del quale la giovane sarà posta faccia a faccia con Borgese per il riconoscimento. In caso positivo la minore sarà anche sentita e le sue dichiarazioni assumeranno il valore di prova nell'eventuale processo.
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