Una rete di persone molto vasta che
ruota attorno a Roberto Jonghi Lavarini, detto il 'Barone nero',
che faceva da perno e da tramite. E' un fronte dell'inchiesta
milanese, scaturita da quella giornalistica di Fanpage, sulla
cosiddetta 'lobby nera' e su presunti finanziamenti illeciti per
la campagna elettorale di Fratelli d'Italia.
I pm Basilone e Polizzi hanno ascoltato come teste il
giornalista 'infiltrato' che ha ricostruito tre anni di
frequentazioni nel mondo della destra milanese. Oltre al
finanziamento illecito e al riciclaggio contestati a Jonghi
Lavarini e Carlo Fidanza, verifiche sono in corso anche su
profili di apologia di fascismo.
Nei giorni scorsi gli investigatori della Gdf hanno acquisito
le registrazioni, ossia il materiale 'grezzo', di Fanpage da cui
poi è stata tratta la prima parte dell'inchiesta. E proprio da
quel filmato viene a galla un presunto sistema di "lavanderia",
di cui parla Jonghi Lavarini, per pulire soldi versati in nero
destinati alla campagna elettorale e usati anche per altre
elezioni. E poi anche incontri con esplicite battute razziste,
fasciste e sessiste e anche riferimenti al discorso di Hitler
alla birreria di Monaco e saluti romani.
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