"Chiediamo all'Italia di non
riconoscere i talebani e di non avere rapporti con loro". E' la
scritta che si legge su uno dei cartelli retti dai circa
duecento manifestanti - in gran parte profughi afghani - che
oggi sono sfilati in corte per le strade del centro di Trieste,
da piazza Unità d'Italia a piazza Libertà.
I manifestanti chiedono l'attivazione di corridoi umanitari
per consentire a migliaia di bambini, donne e uomini
dell'Afghanistan di mettersi in salvo dal regime dei talebani.
Il corteo - con in testa donne e bambini cui seguivano uomini
con una lunga bandiera dell'Afghanistan - si è mosso attorno
alle 17 da piazza Unità ed ha lentamente marciato fino a piazza
Libertà, dove c'erano ad attenderlo attivisti dell'associazione
Linea d'Ombra e del Comitato Pace Danilo Dolci.
"Siamo qua per dire no alla disumanità, siamo qua per dire no
alla dittatura, siamo qua per le persone che sono state uccise e
per quelle che verranno ancora uccise", ha detto Emran Haidari,
un membro della comunità afghana locale, in uno degli interventi
fatti al microfono durante la manifestazione.
Tra gli altri interventi c'è stato anche quello dello
scrittore Pino Roveredo che ha chiesto "umilmente scusa" in
quanto cittadino occidentale. "Mi vergogno che l'Occidente abbia
invaso l'Afghanistan per insegnare democrazia e lasciare invece
tragedie".
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