Una delegazione del Coordinamento
Intersezionale Sardegna, ha dato vita stamattina a un flash mob
davanti alla Prefettura di Nuoro, per chiedere al Governo di
aiutare la popolazione più fragile dell'Afghanistan: le donne e
le persone Lgbtqa+, queste ultime condannate alla pena di morte
secondo i dettami della Sharia. La delegazione si è schierata
davanti al Palazzo del Governo in un momento di raccoglimento
silenzioso, con i cartelli in mano dai colori dell'arcobaleno,
prima di essere ricevuta dal Prefetto Luca Rotondi. "Abbiamo
deciso di dare vita a questo flash mob per dare voce alle donne
e alle persone Lgbtqa+ afghane. Vogliamo rivendicare con loro e
per loro il diritto all'autodeterminazione - ha detto Lisetta
Bidoni che insieme a Bruna Biondo, Giovanna Casagrande, Giulia
Carta e Rossella Fadda anima il Coordinamento - Al Prefetto
Luca Rotondi abbiamo chiesto che l'attenzione del Governo si
concentri su questa popolazione costretta alla fuga o obbligata
a vivere in Afghanistan con i diritti violati: per donne niente
lavoro o studio, non possono uscire se non accompagnate dai loro
uomini, devono coprirsi con il burqa. Per le persone Lgbtqa+ la
situazione è ancora più drammatica - aggiunge - ricordiamo che
la Sharia nella sua applicazione più integralista prevede la
pena di morte per le persone dello stesso genere che intrecciano
relazioni. Non possiamo chiudere gli occhi e abbandonare a se
stesse queste persone e chiediamo l'intervento del Governo
italiano in loro favore".
"Noi persone Lgbtqa+ che già subiamo discriminazioni in Italia,
il Ddl Zan è lì a dimostrare quanta resistenza vi è su questo
argomento, in Afghanistan veniamo perseguitate a andiamo a
morire - conclude - L'Occidente non può abbandonare queste
persone e tutte le altre persone fragili come le donne e i
bambini. Ricordiamo lo sterminio del popolo curdo in Turchia, in
Siria in Iraq e ora in Afghanistan. L'Occidente deve impedire
questa tragedia".
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