Giandomenico Picco, ex
vicesegretario generale delle Nazioni Unite, si è ammalato circa
tre anni fa di Alzheimer e da un anno è costretto a vivere negli
Stati Uniti in una casa di cura di cui non può più sostenere le
spese. Per questo motivo è stata chiesta l'attivazione della
Legge Bacchelli, che prevede un sussidio in favore di cittadini
di chiara fama che abbiano dato prestigio all'Italia per essersi
distinti in vari campi e che versino in grave stato di
necessità. E' la prima volta che l'applicazione della norma
viene richiesta per un diplomatico.
L'appello per consentire il suo rimpatrio dagli Stati Uniti e
il suo ricovero in una casa di cura è partito dai familiari ed è
stato sottoscritto da diversi consiglieri, sindaci e cittadini
del Friuli Venezia Giulia, terra d'origine di Picco, tra i quali
c'è anche il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro
Zanin. L'appello sarà poi trasmesso, attraverso Luigi Mattiolo,
consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, al premier
Mario Draghi.
Picco si è distinto lavorando per oltre trenta anni alle
Nazioni Unite nella risoluzione di conflitti fino al grado di
sottosegretario generale. Ha condotto in prima persona, tra
l'altro, i negoziati che hanno portato alla fine
dell'occupazione sovietica in Afghanistan nel 1988 e della
guerra Iran-Iraq nello stesso anno, partecipando a missioni nei
Balcani. La pagina che lo ha reso famoso, e per la quale il
presidente George H. W. Bush gli offrì la cittadinanza Usa, fu
il negoziato, tra il 1989 e il 1992, che si concluse con il
rilascio degli ostaggi occidentali in Libano.
"La serenità di poter trascorrere gli ultimi anni della vita
nell'amato Friuli, vicino alle sorelle pur nella malattia che lo
ha colpito, credo sia ragione giusta e una dovuta riconoscenza
che l'Italia tutta dovrebbe affermare con la concessione dei
benefici di legge", scrive in una nota la senatrice Tatjana Rojc
del Pd, che ha sottoscritto l'appello in favore di Picco.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA