In tribunale a Reggio
Emilia, in un'aula a porte chiuse, è iniziato l'incidente
probatorio con l'audizione del fratello minorenne di Saman
Abbas, 18enne pachistana sparita da un mese e mezzo che si
suppone sia stata uccisa. Indagati per l'omicidio sono i due
genitori, fuggiti in Pakistan, uno zio e un cugino, latitanti in
Europa e un altro cugino, attualmente in carcere a Reggio Emilia
e collegato con l'udienza di oggi.
Il fratello, rintracciato il 10 maggio mentre stava lasciando
l'Italia e da allora in una comunità protetta, era già stato
sentito e aveva detto che lo zio gli aveva confessato di aver
ucciso la giovane, che si era opposta a un matrimonio combinato
e voleva andarsene dalla famiglia, dopo essere ritornata a casa
per un breve periodo. L'incidente probatorio serve a
'cristalizzare' le sue dichiarazioni.
"Sicuramente sono state adottate dal giudice tutte le cautele
idonee per garantire al minore serenità e evitare di essere
intimidito dall'ambiente", ha detto entrando in tribunale
l'avvocato Simone Servillo, difensore dei genitori, che sta
cercando di contattare la coppia, dopo aver attivato contatti
con il consolato del Pakistan.
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