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Per la task force niente virus in Italia all'inizio di febbraio 2020

Per la task force niente virus in Italia all'inizio di febbraio 2020

Il 6 febbraio l'Iss suggerisce di aumentare i posti in terapia intensiva

ROMA, 09 giugno 2021, 16:56

Redazione ANSA

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Covid-19 © ANSA/EPA

Covid-19 © ANSA/EPA
Covid-19 © ANSA/EPA

A inizio febbraio 2020, gli esperti ritenevano che l'infezione da SarsCov2 fosse circoscritta alla Cina e che non ci fosse circolazione del virus in Italia e in Europa. Emerge dai resoconti della task force Coronavirus relativi al periodo 22 gennaio 2020-21 febbraio 2020 pubblicati dal ministero della Salute. Nella riunione del 6 febbraio 2020, inoltre, l'Istituto superiore di sanità indica che "non c'è trasmissione del virus prima della comparsa dei sintomi" e suggerisce di predisporre "un piano per implementare i posti di terapia intensiva nell'eventualità che ci fosse un'epidemia nel nostro Paese".

Dalle prime riunioni, quando ancora sulla prime pagine dei quotidiani non campeggiava la parola pandemia, a quella del giorno in cui venne reso noto il ricovero del 'paziente uno', il 38enne di Codogno: sono stati pubblicati online sul sito del ministero della Salute i resoconti della task-force coronavirus relativi al periodo 22 gennaio-21 febbraio 2020. A stabilire la pubblicazione di tutti i documenti inerenti le riunioni è stato il Tar del Lazio con una sentenza pubblicata il 7 maggio scorso, che ha accolto il ricorso del deputato di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami, a cui era stato negato l'accesso agli atti. La task force ministeriale, come viene indicato nel verbale della seduta del 21 gennaio e reso noto all'epoca con un comunicato stampa, era stata istituita con il compito di "coordinare ogni iniziativa relativa al Coronavirus 2019-nCoV". Operativa in modo permanente, si riuniva quotidianamente ed era composta: dalla direzione generale per la prevenzione, dalle altre direzioni competenti, dai Carabinieri dei Nas, dall'Iss, dall'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, dall'Aifa, dall'Agenas e dal consigliere diplomatico.

Di misure più rigorose per affrontare la pandemia in Italia il ministro della Salute Roberto Speranza aveva parlato almeno due volte nelle riunioni della task force del febbraio 2020. Si legge negli atti delle riunioni della task force coronavirus del ministero pubblicati oggi. "Negli ultimi 3-4 giorni non abbiamo aumentato le misure, ma ne avremmo potuto adottare di più rigorose", aveva detto il ministro il 19 febbraio. "Leggendo i dati in evoluzione potremmo anche disporre altre misure anche più drastiche, ma è opportuno valutare ora dopo ora", aggiungeva nella stessa riunione.

Verbali della task force: 'Aggiornare il Piano Pandemico'- La necessità di aggiornare il piano pandemico nazionale messo a punto nella pandemia di influenza del 2009 viene rilevata per la prima volta il 15 febbraio 2020 nelle riunioni della task force coronavirus del ministero della Salute, i cui rapporti sono stati pubblicati oggi. A evidenziare il problema era stato Francesco Paolo Maraglino, del dipartimento Prevenzione del ministero. "Il dottor Maraglino - si legge nel verbale della riunione - evidenzia la necessità di procedere ad un aggiornamento del Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale, risalente al 2009". Si torna a parlare del Piano Pandemico nella riunione del 16 febbraio, quando ancora Maraglino "informa che il tavolo di lavoro per l'aggiornamento del Piano pandemico si riunirà il 18 febbraio. Si lavorerà in sottogruppi per accelerare i lavori".

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