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>>>ANSA/ In Francia è caccia a Di Marzio, 'non ci rinunciamo'

Legale degli ex terroristi: 'Vinta prima battaglia, sarà lunga'

(di Tullio Giannotti) (ANSA) - PARIGI, 30 APR - Maurizio Di Marzio è sempre latitante e il suo obiettivo è evidente a tutti: arrivare al 10 maggio, giorno in cui la pena a 5 anni e 9 mesi che deve ancora scontare sarà prescritta. L'antiterrorismo francese e gli esperti italiani sono sulle sue tracce: "Non ci rinunciamo", è la loro promessa. Prima giornata di ritorno a casa invece per gli altri 9 ex terroristi rossi dopo il fermo e la notifica della procedura di estradizione. Da mercoledì si comincia con i processi davanti alla Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello.
    Irène Terrel, la storica avvocata degli 'italiens', che ha convinto Luigi Bergamin e Raffaele Ventura a costituirsi ieri, sostiene di "non avere novità" da Di Marzio. Spiega e difende la sua strategia di aver fatto costituire i due che non si erano fatti trovare per mostrare al giudice che tutti sono collaborativi e rintracciabili: "Sono stati rimessi tutti in libertà ed abbiamo vinto una prima battaglia - dice all'ANSA la Terrel -. Questo è importantissimo perché trasforma tutta la tempistica del procedimento: se le persone sono detenute, tutto diventa urgente, mentre i tempi con le persone libere non sono gli stessi. Vedrete, abbiamo molti argomenti, li utilizzeremo tutti. Non sono pessimista, questa procedura si allungherà moltissimo nel tempo, faremo tutti i ricorsi possibili". Su un punto l'avvocata Terrel pensa che non ci sarà neppure bisogno di battersi troppo: "La dichiarazione arrivata dalla procura di Milano di un Bergamin 'delinquente abituale', stratagemma dilatorio per cercare di interrompere la prescrizione, non vedo come possa essere accettato da un giudice. E' una questione inventata una settimana prima della scadenza, porterò all'avvocato il suo casellario giudiziario vergine, abita in Francia dal 1982 ed ha dovuto subire 2 procedure di estradizione, mai concessa. Questa sarebbe la terza. E' una caricatura di procedura, il suo avvocato in Italia non è stato neppure informato. Neppure lui era stato informato".
    Sul fronte dell'antiterrorismo, si è consci - secondo quanto si apprende da fonti qualificate - che la battaglia in aula sarà senza esclusione di colpi, ma nulla sarà lasciato intentato.
    Anche se l'obiettivo Di Marzio, che ha comunque scontato un lungo carcere preventivo in Italia e al quale resterebbero soltanto pochi anni, non era all'inizio il principale. La convinzione degli inquirenti è che la rete di protezione degli ex terroristi italiani in Francia sia ancora attiva e che all'occorrenza possa entrare in azione per proteggere chiunque di loro avesse bisogno di sottrarsi alla giustizia. Dopo anni si conoscono perfettamente, ognuno conosce i movimenti degli altri - secondo gli inquirenti - prova ne sia che al 'Baraonda', la pizzeria di Di Marzio, uno dei dipendenti era l'altro ex brigatista Luigi Alimonti, uno dei 9 fermati. Per ora, l'ordine di scuderia, per tutti, è profilo bassissimo e rifiuto assoluto di dichiarazioni pubbliche, interviste, incontri anche con amici. "E' ancora troppo presto - taglia corto la Terrel - avranno molto tempo per decidere se esprimersi o lasciar parlare qualcuno che li rappresenti". (ANSA).
   

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