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Omicidio Sacchi, Anastasya: 'Io accusata di essere una assassina'

Omicidio Sacchi

Omicidio Sacchi, Anastasya: 'Io accusata di essere una assassina'

"Colpita alla nuca, lo vidi vicino a me steso a terra". La ragazza  ascoltata per la prima volta nel processo per l'omicidio del 25enne personal trainer avvenuto a Roma nell'ottobre 2019.

ROMA, 22 aprile 2021, 14:30

Redazione ANSA

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Una foto di archivio di Anastasya Kylemnyk - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una foto di archivio di Anastasya Kylemnyk - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una foto di archivio di Anastasya Kylemnyk - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Mi hanno fatto passare per un'assassina, per l'amante del migliore amico del mio fidanzato, ma Luca era tutto per me, volevo costruire una famiglia con lui". Non ha trattenuto le lacrime Anastasya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, ascoltata per la prima volta nel processo per l'omicidio del 25enne personal trainer avvenuto a Roma nell'ottobre 2019.

Nel processo sono imputate cinque persone tra cui la stessa ragazza, accusata del tentativo di acquisto di droga. "Oltre al lutto che non mi hanno fatto vivere ho dovuto combattere con persone che mi accusavano di essere l'assassina e l'amante di Giovanni Princi", ha detto la ragazza davanti ai giudici della prima corte d'assise. La morte di Luca "è stata un colpo talmente forte che io non volevo neanche più vivere. Io mi vedevo accanto a lui, volevo vivere con lui e creare una famiglia", ha aggiunto la ragazza.

Nel corso dell'esame Anastasya ha raccontato le drammatiche fasi dell'aggressione, avvenuta davanti ad un pub, per mano di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. "Ho sentito una pressione alla nuca e una voce che mi diceva 'dammi lo zaino'. Sono caduta, mi sono rialzata e ho visto Luca a due metri da me a terra, non capivo cosa era successo. Pensai fosse svenuto, cercai di svegliarlo, intorno non c'era più nessuno, eravamo solo noi". E ancora: "quella sera Princi (già condannato a 4 anni per cessione di droga con il rito abbreviato) ci disse che doveva fare un "impiccetto" per una moto, forse rubata. Mise nel mio zaino una busta marrone, come quelle del pane, con il bordo superiore arrotolato, mi disse che c'erano un po' di soldi dentro".

L'imputata ha affermato che nella prima denuncia, fatta quando non sapeva ancora che Sacchi era morto, "aveva affermato di essere andata a piedi al pub e non con la mia auto perché ero convinta che Princi avesse fatto qualcosa nella mia macchina. E ho pensato che se era successo quel casino c'era qualcosa che non andava e volevo che io e Luca rimanessimo fuori da questa storia".

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