L'onda della protesta dei magistrati
onorari "non si arresta nè intende fermarsi pur in periodo
Covid, perché la pandemia ha scoperchiato il vaso
dell'ingiustizia verso chi dispensa giustizia da decenni e
volutamente viene mantenuto invisibile per poter persistere
nella negazione dei diritti fondamentali". Nel giorno del nuovo
flashmob, stavolta davanti al Parlamento, è la Consulta della
magistratura onoraria ad annunciare che le manifestazioni non
sono finite. Oggi "a protestare contro la condizione di servi
dello Stato" sono stati "cento magistrati del distretto di
Roma". E hanno reclamato "a gran voce il riconoscimento dei
diritti di lavoratori, come sanciti dalla recente sentenza della
Corte Costituzionale e dalla Corte di Giustizia europea, eppure
pervicacemente negati dal governo, che invece dovrà provvedere
alla stabilizzazione di tutti precari della Pubblica
Amministrazione, come imposto dall'Unione europea".
"Non è più tollerabile - afferma la Consulta delle toghe
onorarie- che 5000 magistrati onorari siano mantenuti ai margini
dello stato di diritto: un precariato inaccettabile in uno Stato
Membro dell'Unione Europea, di cui viola principi e arresti
giurisprudenziali. Questa è la sostanza degli interventi degli
onorevoli Salvini, Meloni, Morrone e Delmastro, con la promessa
di un intervento concreto e rapido con decretazione d'urgenza
volto ad adempiere alle linee di intervento indicate dalla Corte
Costituzionale e dalla Corte di Giustizia Europa, nonché dalla
Commissione Europa che minaccia la procedura di infrazione".
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