Una vendetta nei confronti della
moglie, che lo aveva fatto finire in carcere, oppure forse la
gelosia. Sono i possibili moventi ipotizzati dagli inquirenti
che stanno conducendo indagini sull'omicidio-suicidio di ieri a
Novilara, dove il 44/enne Moraud Chouaye ha sgozzato la moglie
Simona Porceddu, 41 anni, e poi si è ucciso lanciandosi dalle
mura dell'antico borgo che è una frazione di Pesaro. Una
tragedia inaspettata, nonostante le frizioni e litigi tra i due,
culminate lo scorso febbraio nella carcerazione dell'uomo, dopo
un intervento della polizia in casa perché aveva picchiato la
moglie davanti alle loro due figlie di 7 e 13 anni: lei aveva
avuto una prognosi di 8-10 giorni, per lui, che stava scontando
ai domiciliari una condanna per reati legati alla droga, era
stata inasprita la misura. Una volta scontata la pena,
nell'ultima settimana di settembre, era stato imposto
l'allontanamento dalla casa di famiglia. Mourad si era sistemato
con i due figli più grandi (hanno più di 20 anni), avuto da un
precedente matrimonio, che abitano anche loro a Novilara. Nella
casa di famiglia però è tornato più volte in questi giorni: i
vicini li avevano sentiti litigare spesso. Ma Simona Porceddu
non lo ha mai denunciato, né ha chiesto aiuto alle forze
dell'ordine, hanno accertato i carabinieri che stanno conducendo
le indagini. E stando ai primi rilievi, sembra che non abbia
tentato di reagire ieri all'aggressione del marito. Che ha
infierito su di lei con due coltelli da cucina, concentrando i
colpi nella zona del collo e della testa, prima di uccidersi con
un volo di 15 metri. Le autopsie sulle salme sono previste
lunedì alle 15 all'obitorio di Pesaro. Saranno eseguite dal
medico legale Adriano Tagliabracci, su incarico del sostituto
procuratore Silvia Cecchi.
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