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Covid: in Abruzzo negozi aperti, polizia li fa chiudere

Covid: in Abruzzo negozi aperti, polizia li fa chiudere

Tanta gente in giro a Pescara, come un normale sabato

PESCARA, 12 dicembre 2020, 14:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nell'Abruzzo zona rossa per un giorno, le forze dell'ordine sono state costrette a far chiudere i negozi che avevano aperto. Chi per protesta, chi perché nella confusione totale di ieri non aveva capito come muoversi, infatti, sono state molte, in tutta la regione, a partire da Pescara, le attività commerciali che stamani hanno aperto al pubblico, pur non potendo farlo. A dispetto delle maggiori restrizioni in vigore fino a domani, quando l'Abruzzo passerà in area arancione, tanta la gente in giro nel centro di Pescara, come se fosse un normale sabato mattina prenatalizio.
    Molti i negozi che ieri sera - dopo il caos che si è generato in seguito al pronunciamento del Tar che ha sospeso l'ordinanza del governatore Marco Marsilio facendo tornare l'Abruzzo in zona rossa per un giorno - hanno annunciato sui social che oggi avrebbero aperto regolarmente. Nel capoluogo adriatico Polizia e Carabinieri hanno fatto il giro dei negozi, ricordando le regole in vigore fino alla mezzanotte. Attività analoga è stata svolta dalle forze dell'ordine nelle altre città.
    "Quello che è successo sembra una barzelletta - afferma Nadia Rosini Di Mascio, responsabile di due negozi di abbigliamento di via Parini, uno per bambini, aperto, e uno per adulti, chiuso - Abbiamo tenuto chiuso il negozio per adulti, sarebbe stato rischioso aprire. Non tanto per la multa, ma perché poi ci avrebbero imposto la chiusura di cinque giorni che sotto Natale sarebbe un problema. Il danno che ci hanno provocato con lo stop odierno si aggira tra i quattro e i seimila euro, a cui si aggiungono tutti i soldi persi prima. Dallo Stato non è ancora arrivata la cassa integrazione di marzo e aprile. Mi chiedo quanto ancora dobbiamo subire".
    "Io ho optato per una sorta di protesta civica: negozio chiuso, ma luci accese - dice Omar Postiglione, di 'Made in Omar', nel centro di Chieti - Un modo per dire che ci siamo, anche se stanno cercando in ogni modo di farci morire. Le forze dell'ordine hanno fatto il loro dovere, con la massima serenità e correttezza. Quello che è accaduto ieri è assurdo e sono ancora più assurde le tempistiche. Non è giusto che a rimetterci, alla fine, sono sempre i comuni mortali".
   

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