Un ginepreto secolare di un ettaro
in un'area ad altissima tutela ambientale, ricadente nel
perimetro del Parco naturale regionale di Porto Conte, raso al
suolo senza alcuna autorizzazione insieme ad altre numerose
essenze arboree che dimoravano al suo interno. È il reato
contestato dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della
Regione Sardegna, che sta procedendo in queste ore al sequestro
di tutta l'area che include anche l'hotel Capo Caccia.
Coordinati dal comandante dell'ispettorato di Sassari,
Giancarlo Muntoni, i forestali sono intervenuti per impedire che
il danno ambientale rilevato potesse essere esteso ulteriormente
e che altre piante ultracentenarie venissero abbattute.
Dell'operazione è stata informata l'autorità giudiziaria.
Per l'hotel Capo Caccia, da anni al centro di vicende
giudiziarie intricate e tutt'altro che risolte, è l'ennesimo
stop. Dismesso nel 2013 in seguito al fallimento della Capo
Caccia Resort Srl, messo in vendita dal 2015 dal Tribunale di
Sassari, l'albergo è stato acquistato all'asta nel 2019 per
quasi 3milioni e 200mila euro da una cordata capeggiata da
Francesco Biasion, uno dei proprietari del Condominio Eurotel
Capocaccia, area residenziale adiacente all'hotel simbolo
dell'epoca d'oro di Alghero, pioniera in Sardegna del turismo
internazionale e tra le prime ad ospitare set cinematografici
hollywoodiani e un festival di caratura extranazionale.
Scelto da attori e vip del jet set internazionale, l'hotel
Capo Caccia ha avuto la sua massima visibilità negli anni '70,
quando ospitò il cast della serie 007 per girare una scena del
film "La spia che mi amava" (1977), con Roger Moore nei panni di
James Bond.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA