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Ginepreto raso al suolo, sigilli all'hotel Capo Caccia

Ginepreto raso al suolo, sigilli all'hotel Capo Caccia

Blitz forestale in area parco vincolata ad Alghero

ALGHERO, 07 dicembre 2020, 15:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un ginepreto secolare di un ettaro in un'area ad altissima tutela ambientale, ricadente nel perimetro del Parco naturale regionale di Porto Conte, raso al suolo senza alcuna autorizzazione insieme ad altre numerose essenze arboree che dimoravano al suo interno. È il reato contestato dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna, che sta procedendo in queste ore al sequestro di tutta l'area che include anche l'hotel Capo Caccia.
    Coordinati dal comandante dell'ispettorato di Sassari, Giancarlo Muntoni, i forestali sono intervenuti per impedire che il danno ambientale rilevato potesse essere esteso ulteriormente e che altre piante ultracentenarie venissero abbattute.
    Dell'operazione è stata informata l'autorità giudiziaria.
    Per l'hotel Capo Caccia, da anni al centro di vicende giudiziarie intricate e tutt'altro che risolte, è l'ennesimo stop. Dismesso nel 2013 in seguito al fallimento della Capo Caccia Resort Srl, messo in vendita dal 2015 dal Tribunale di Sassari, l'albergo è stato acquistato all'asta nel 2019 per quasi 3milioni e 200mila euro da una cordata capeggiata da Francesco Biasion, uno dei proprietari del Condominio Eurotel Capocaccia, area residenziale adiacente all'hotel simbolo dell'epoca d'oro di Alghero, pioniera in Sardegna del turismo internazionale e tra le prime ad ospitare set cinematografici hollywoodiani e un festival di caratura extranazionale.
    Scelto da attori e vip del jet set internazionale, l'hotel Capo Caccia ha avuto la sua massima visibilità negli anni '70, quando ospitò il cast della serie 007 per girare una scena del film "La spia che mi amava" (1977), con Roger Moore nei panni di James Bond.
   

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