Gondole ferme, ormeggiate, e file
di serrande abbassate. Un video reportage realizzato dal
videomaker veneziano Andrea Rizzo con l'associazione cittadina
Venessia.com documenta la situazione in cui versano le attività
economiche del centro storico veneziano e lanciare un grido
d'allarme. La giornata non è stata scelta a caso, domani ricorre
il primo anniversario dall'acqua alta eccezionale di 187
centimetri che mise in ginocchio il centro storico lagunare. Da
San Marco a Rialto fino a Cannergio sono numerosi i negozi
chiusi ripresi e così i locali, bar e ristoranti, mentre tra chi
ha ancora le serrande alzate si leggono cartelli di svendite e
di "cedesi attività". In un città che vive prevalentemente di
turismo molti si sono fermati e altri si stanno fermando a causa
dell'emergenza sanitaria che ha inferto un altro duro colpo dopo
l'acqua alta eccezionale del 12 novembre. Gli operatori
intervistati sono il gondoliere Diego Redolfi, i ristoratori
Simone Poli del ristorante "Ai mercanti" ed Eligio Paties del
"Do Forni", l'albergatore Stefano Masserini, il venditore di
sigarette elettroniche Federico Arcudi, Manuel Tiffi e Matteo
Secchi di Venessia.com. "In questo momento, di fatto, Venezia è
in lockdown economico - dice il gondoliere - Palazzo Ducale è
chiuso, bar e ristoranti chiusi alle 18, è impossibile fare
turismo in queste condizioni". "Purtroppo Venezia rispetto a
tutte le altre città d'Italia - spiega Simone Poli - ha avuto un
prima grande problema che è stata l'acqua alta di un anno fa che
ci ha messo in ginocchio, la più alta di tutta la storia. Poi
abbiamo iniziato con il Covid a marzo che ci ha fatto chiudere
tutte le attività e adesso la terza mazzata: dobbiamo lavorare
fino alle 18 e purtroppo gli incassi sono ridotti del 70-80% con
la città completamente vuota. Non so se andremo avanti per molto
così". Parole amare anche dai ristoratori. "Rimaniamo aperti per
onor di cronaca, per far vedere che questa città è ancora viva e
non muore - commenta Paties - ma se continua così muore da
sola". "La situazione si può definire drammatica" dice Secchi.
"Nessuno si salva questa volta - conclude Tiffi - le attività di
Venezia si stanno sgretolando".
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