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Milano si sveglia in lockdown, ma non troppo

Milano si sveglia in lockdown, ma non troppo

Diversa dalla città spettrale di marzo

MILANO, 06 novembre 2020, 11:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Milano questa mattina si è svegliata in lockdown ma la città appare molto diversa da quella, spettrale e deserta, della prima chiusura della scorsa primavera. In seguito al decreto del governo alcune attività commerciali possono infatti rimanere aperte, come ad esempio le librerie, i negozi di fiori, le profumerie, i negozi che vendono abbigliamento intimo o per bambini, le ferramenta, oltre ovviamente agli alimentari e ai negozi di tecnologia. E soprattutto alle scuole elementari e alle medie per i ragazzi di prima.
    E anche i bar - che possono fare asporto - in diversi casi hanno scelto di non tirare giù la saracinesca ma restare aperti.
    Quindi non c'è in città il colpo d'occhio di serrata generale di marzo e aprile. Se il centro appare molto più deserto del solito, con piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele e piazza San Babila attraversate dal via vai di poche persone, altre vie della città sono leggermente più popolate di gente che va al lavoro, infatti molti uffici non hanno imposto lo smart working ai propri dipendenti. Camminando per strada si incontrano poche persone, che prendono un caffè d'asporto o vanno nei negozi rimasti aperti.
    A Milano prosegue anche l'attività dei mercati scoperti nei quartieri, non solo con le bancarelle di alimentari ma anche, ad esempio, con quelle che vendono prodotti per la casa, e infatti alcuni cittadini sono rimasti stupiti questa mattina nel vedere "il mercato con così tante bancarelle". Anche una delle principali vide dello shopping milanese, corso Buenos Aires, non appare deserta al colpo d'occhio ma sono comunque poche le persone a passeggio.
   

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