Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dentista risarcirà mezzo milione

Dentista risarcirà mezzo milione

Avrebbe violato esclusività e norme intramoenia

ROMA, 28 ottobre 2020, 15:33

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

I giudici della Corte dei Conti della Liguria hanno condannato a un risarcimento di danni di oltre 548 mila euro un medico di 69 anni della Spezia, accusato di aver violato il rapporto di esclusività con il servizio sanitario nazionale e le regole che disciplinano l'intramoenia.
    I fatti contestati al medico-dentista riguardano l'attività libero professionale che ha svolto dal 2003 al 2013. Dalle indagini svolte dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, per il decennio preso in considerazione, il medico, che lavorava per l'Asl 5, avrebbe svolto anche la libera professione senza aver versato all'Asl il contributo del 10% dei redditi percepiti. Violando così le norme che regolano il regime di intramoenia.
    Secondo la procura contabile, il medico era stato autorizzato a svolgere fuori dalla sua attività lavorativa solo visite specialistiche o igienico dentarie e consulenze. Dalle indagini è emerso che oltre a pubblicizzare la sua attività su siti internet e aver aperto la partita iva, svolgeva anche prestazione chirurghe e odontoiatriche, cosa che non poteva fare. Le fatture avrebbero dovuto essere rilasciate sul bollettino dell'Asl, e non sulla propria partita iva, e avrebbe dovuto versare il 10% del fatturato.
    I giudici contabili lo hanno così condannato a risarcire oltre 548 mila euro: di questi quasi 240 mila euro sarebbero gli importi conseguiti per la libera professione e oltre 308 mila euro corrispondono invece all'indennità di esclusività indebitamente percepita.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza