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Coronavirus: Governo lavora a protocollo linee guida chiusure Regioni. Speranza: 'Evitate spostamenti inutili'

Ministro: 'State in casa. C'è ancora margine per piegare la curva'

Il governo lavora ad un protocollo sulle linee guida che fissino le regole comuni da seguire per le misure contenute nelle varie strette anti-contagio decise da ogni singola Regione. Il documento stabilisce dei criteri generali che servono a coordinare i territori, in accordo con il governo stesso. È quanto si apprende da ambienti del ministero delle Autonomie.

Prosegue infatti senza sosta la corsa del virus SarsCoV2 in Italia, con i nuovi casi che riprendono a salire dopo il calo del weekend e la curva dei ricoverati che continua a impennare. Si intravede però un piccolo segnale in controtendenza: cala il rapporto tra nuovi positivi e tamponi eseguiti, che si attesta al 7,5% contro il 9,4% di lunedì. 

Smentito invece per ora da Palazzo Chigi l'ipotesi che sia già previsto un nuovo Dpcm: "certamente - si puntualizza - non si può escludere che possano essere adottati nelle prossime settimane altri provvedimenti, ma non significa affatto che siano state già prese delle decisioni o nuove misure. Azzardare o ipotizzare adesso, quindi, nuovi e imminenti decreti rischia soltanto di creare confusione e incertezze tra i cittadini".

"Sono ore complicate. In questi minuti siamo al lavoro con numerose Regioni italiane per provare a costruire misure più capaci di rispondere alla sfida che ancora il virus ci porta". A dirlo è il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso dell'assemblea pubblica di Egualia.

"Stiamo provando a dare un messaggio molto chiaro all'opinione pubblica, come credo abbiamo sempre fatto in questi mesi, con una partita che richiede la massima attenzione da parte del governo centrale, dei governi regionali, delle autonomie locali e dei cittadini - aggiunge - I mesi che arrivano saranno difficili, dovremo fare due cose insieme: da una parte combattere contro questo virus, e quindi gestire un'emergenza in corso e con cui dobbiamo fare i conti, e dall'altra parte, però, dobbiamo trarre una lezione dai mesi che stiamo vivendo. Ciò significa anche avere il coraggio di alcune scelte".

"Per ora - ha spiegato in un altro passaggio - non ci sono evidenze scientifiche, come ha ricordato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, di un impatto di rilievo dalla riapertura delle scuole. Naturalmente, essendo un comparto ad alto scambio relazionale, va tenuto sotto controllo. E tra gli indirizzi assunti dal Governo c'è anche quello che reintroduce una relazione strutturata tra salute e scuola".

Ma è allarme in Veneto che registra un boom di casi Covid, +1.422 in un giorno, un dato doppio rispetto ai peggiori dati della prima ondata. Gli infetti totali passano dai 36.843 di ieri a 38.265 di oggi. Ci sono anche 14 vittime, che portano il numero complessivo dei morti a 2.282. Lo riferisce il bollettino della Regione. L'impennata si riscontra soprattutto nella provincia di Venezia, +504, mentre in termini assoluti resta Verona quella con il maggior numero di infetti dall'inizio dell'epidemia, 8.168. I casi attualmente positivi salgono a 11.433. I soggetti in isolamento fiduciario sono 13.619 (+434). Scendono i numeri dei ricoverati con Covid nei normali reparti ospedalieri, 524 (-13), crescono invece i pazienti nelle terapie intensive, 66 (+5). 

"In Veneto in questo momento il tema del lockdown, assolutamente non c'è, non lo prendiamo in considerazione", rassicura il governatore del Veneto Luca Zaia, intervenendo in Consiglio regionale. "Oggi abbiamo 66 pazienti in terapia intensiva- aggiunge -. guardiamo con attenzione a questa evoluzione. I modelli dicono che la curva è entrata nella fase di crescita. Il nostro ruolo è fare in modo che si impenni con gradualità e che si alzi il meno possibile". 

Intanto arrivano diverse misure restrittive in alcuni territori. Dopo la Lombardia anche la Campania annuncia "il blocco di tutte attività e della mobilità ogni giorno, dalle 23 alle 5, a partire da venerdì" e limitazioni agli spostamenti tra province con tanto di autocertificazione per lavoro, sanità, scuola o socio-assistenza. Tra le Regioni, in queste ore il partito degli 'interventisti' si allarga: il Piemonte chiude nel fine settimana i centri commerciali e introduce l'obbligo per le scuole superiori, escluse le prime classi, di seguire la didattica digitale a distanza per almeno il 50% dei giorni, in alternanza con la presenza in aula. Misura seguita anche dalla Liguria, che ha varato anche il divieto di assembramento.

E arriva un appello dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha parlato ieri sera. "Lavoriamo giorno e notte - ha detto a La7 - per evitare il lockdown ma i numeri dei prossimi giorni non sono scritti in cielo, dipendono dalle misure, serve porre rimedio nel più breve tempo possibile, e chiedo alle persone di fare uno sforzo per evitare spostamenti inutili, uscite inutili. Dobbiamo provare a spiegare la curva da subito. Sulla base di 21 parametri di monitoraggio poi decideremo le misure". "Oggi c'è ancora margine per piegare la curva". 

"Siamo determinatissimi ad affrontare questa crisi, abbiamo sempre tenuta alta la soglia di attenzione. Il ssn nazionle ora è più forte: sono state assunte 33 mila persone, produciamo fino a 30 milioni al giorno di mascherine, non siamo a marzo. È giustissimo che nei territori dove c'è maggiore difficoltà si possano, anzi si debbano assumere decisioni più dure. Con misure specifiche tarate su ogni singolo territorio".

"La situazione - ha spiegato - è molto seria. Bisogna dire fino in fondo come stanno le cose. La curva cresce. Serve uno sforzo in più da parte di ciascuno. Nelle prossime ore bisogna alzare il livello di attenzione". Ci sono attività essenziali e "altre si possono spostare e rinviare".

Intanto la ministra Lamorgese si dice convinta che "la consueta stretta collaborazione tra il ministero dell'Interno e i sindaci, come è già successo con grande senso di responsabilità all'inizio dell'emergenza sanitaria, consentirà di affrontare tutte le problematiche legate ai controlli e alle possibili chiusure di aree urbane imposte dal contenimento della diffusione del virus Covid 19". Oggi si è tenuta una videoconferenza con il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e con i sindaci delle città metropolitane, alla quale hanno partecipato anche il sottosegretario all'Interno Achille Variati, il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, il direttore del Dipartimento della pubblica sicurezza Franco Gabrielli.

 

 

   

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