Il Gup del tribunale di Palermo,
Giulia Malaponte, ha condannato, a pene complessive per poco
meno di due secoli, 33 dei 38 imputati nel processo scaturito
dall'inchiesta sui cosiddetti spaccaossa, denominata "Tantalo" e
"Tantalo bis". Pene che confermano le indagini della squadra
mobile, coordinate dai procuratori aggiunti Ennio Petrigni,
Salvatore De Luca e Sergio Demontis, assieme ai sostituti
Daniele Sansone e Alfredo Gagliardi. Il processo è nato dai
blitz "Tantalo" dell'agosto 2018 e "Tantalo bis" dell'aprile
successivo. E tutto era partito dalla morte di un tunisino,
Yacoub Hadri, il 9 gennaio del 2017 in una strada di Brancaccio.
Apparentemente il giovane sembrava non essere sopravvissuto a un
incidente stradale, ma dopo una perizia era emerso invece che le
lesioni non sarebbero state compatibili con la dinamica
dell'ipotetico sinistro. E' così che si era scoperto il vasto
giro d'affari sui finti incidenti e che era venuto fuori come
Hadri fosse in realtà morto per le ferite che gli erano state
procurate da una delle bande di spaccaossa. Alle finte vittime
andavano poche centinaia di euro per rimediare lesioni anche
permanenti, mentre le bande, secondo gli investigatori,
avrebbero mosso un giro di almeno 12 milioni di euro.
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