Quando si dice lo humour inglese. Alfred Hitchcock (SCHEDA ANSA CINEMA) era maestro anche in questo: parlando in occasione dell’uscita di quello che sarebbe stato il suo ultimo film, Complotto di famiglia (SCHEDA ANSA CINEMA) (1976, il regista morì quattro anni dopo), alla domanda 'A che età dovrebbero andare in pensione i registi a Hollywood, rispose: «Direi a 12 anni». Divertente e, soprattutto, anticipatorio'. Il colloquio del maestro del brivido con i giornalisti è riproposto in esclusiva nell’almanacco di MicroMega, interamente dedicato al Cinema.
Nella sezione dedicata ai grandi maestri del cinema presenta una conversazione del 1976, pubblicata per la prima volta in italiano in cui Alfred Hitchcock ripercorre la sua lunghissima carriera in occasione dell’uscita di quello che sarà il suo ultimo film. Il colloquio è introdotto così da Giorgio Gosetti: 'Nel 1975, cinque anni prima della morte, zavorrato da un peacemaker che lo obbligava a dirigere il set imprigionato nella sua Cadillac appositamente modificata, appesantito da quasi un quintale e mezzo portato con disinvoltura (ma sofferto da sempre), Sir Alfred Hitchcock torna al suo sport preferito con Complotto di famiglia (Family Plot)'. Gosetti ne parla come di una 'commedia nera dominata dal presagio della morte e per questo esorcizzata a ogni passo da una sceneggiatura brillante e talvolta esilarante'.
'
Come brillante è tutto l’intinerario di questa conversazione, a cominciare dalla rasoiata agli attori: 'Mi è capitato di lavorare con attrici che venivano da me sul punto di piangere, lamentandosi di non essere dirette. E io rispondevo: «Beh, io non dirigo. Il film è qui sul copione. L’unica cosa che devo fare è dirvi quando sbagliate». Ricordo che Ingrid Bergman di solito si agitava molto. E io le rispondevo: «Ingrid, è solo un film»'.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA