Galleristi, pittori, mercanti d'arte,
e il curatore dell'archivio del pittore Nino Caffè, in tutto 23
persone, sono state rinviate a giudizio a Bari con l'accusa di
fare parte di una associazione per delinquere finalizzata alla
realizzazione e commercializzazione in tutta Italia di falsi
dipinti attribuiti al maestro. Si tratta di una indagine avviata
nel marzo 2013 dalla procura di Bari dopo un controllo eseguito
dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che
aveva consentito il sequestro di 21 opere false del maestro Nino
Caffè in esposizione a "Expo Arte" della Fiera del Levante di
Bari. La rinnovata presenza sul mercato di quadri di Caffè, che
era morto nel 1975 (in precedenza erano stati sequestrati altri
quadri attribuiti a lui ma falsi) aveva suscitato sospetti e
successivi accertamenti avevano verificato l'immissione sul
mercato di falsi con la complicità di gallerie, collezionisti
privati, mercanti d'arte e attraverso il ricorso a piattaforme
"e-commerce".
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