Il traffico di rifiuti stoccati e
bruciati, nell'ottobre 2018, nel deposito di via Chiasserini, a
Milano, ha provocato "un danno all'ambiente e alla società" di
proporzioni tali da chiedere un impegno costante e andato avanti
"per tutta l'estate" da parte delle autorità competenti. Un
lavoro, effettuato dalla Città metropolitana che ha iniziato le
bonifiche sul sito a luglio, e volto ad "evitare conseguenze per
la salute e il bene pubblico". E' un passaggio della
requisitoria del pm di Donata Costa che ha chiesto condanne fino
a 6 anni e 8 mesi di carcere, con la pena più alta per Aldo
Bosina, l'amministratore di fatto della Ipb Italia, società che
gestiva il deposito e per altri tre imputati. Il pm ha poi
chiesto 3 anni e 10 mesi di carcere per l'imprenditore Giovanni
Girotto, 3 anni e 4 mesi di carcere Patrizia Geronimi,
amministratrice della Ipb Italia, e 4 anni e 2 mesi per Pietro
Ventrone, amministratore di una società intermediaria.
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