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La 'Dante' in Argentina: una sfida divenuta realtà

Riccardi: "Una proposta umanistica nel vivere da italiani"

Una sfida è diventata oggi realtà. La lanciò quattro anni fa l'allora neo-eletto presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, sottolineando l'urgenza che l'associazione, presente in 80 Paesi dei cinque continenti, uscisse anche con il suo Congresso internazionale fuori dai confini dell'Italia e dell'Europa.
Per l'appuntamento fu scelta Buenos Aires, la città forse più 'italiana' del mondo, in una Argentina dove esistono un centinaio dei 482 Comitati che la 'Dante' ha a livello planetario.

Ed oggi l'Università cattolica argentina (Uca) ha ospitato l'avvenuto 'miracolo' di quel Congresso, immaginato a Milano nel 2015, che ha per titolo 'Italia, Argentina, mondo: l'italiano ci unisce', a cui ha associato un Forum 'Cult&Tech', per esaltare i legami fra la cultura , la tecnologia e l'industria. A sottolineare l'importanza dell'evento, i partecipanti hanno potuto assistere ai messaggi video inviati dal presidente italiano Sergio Mattarella e da quello argentino, Mauricio Macri.

Il capo dello Stato italiano ha sostenuto fra l'altro che "la globalizzazione rende per un verso i soggetti nazionali più piccoli, d'altro canto proietta idee, culture, prodotti dell'ingegno e dell'arte in uno spazio immensamente più vasto. In questo spazio, la lingua italiana può trovare un suo ulteriore e ancor maggiore interesse".

In più, il governo argentino ha inviato la vicepresidente Gabriela Michetti ed il ministro dell'Istruzione Alejandro Finocchiaro, mentre dall'Italia è arrivato nella capitale argentina il sottosegretario Ricardo Merlo.

I lavori, che si concluderanno sabato, sono stati aperti dal presidente della 'Dante' in Argentina, Marco Basti, il quale ha voluto ricordare il primo italiano che mise piede nel Paese sudamericano, "Leonardo Gribeo che, come scudiero di Pedro de Mendoza, nel 1536 toccò terra prima di lui per aiutarlo a scendere dalla nave".

"Non esageriamo - ha concluso Basti - se diciamo che sotto ad ogni pietra di Buenos Aires, e in ogni città grande o piccola dell'Argentina, si trovano tracce della presenza italiana, di un
rapporto di due Paesi uniti da legami di sangue, di cuore, di fratellanza, di cultura e di amicizia".

Prendendo la parola, Riccardi ha ripercorso la storia della 'Dante' dalla sua origine, per arrivare ai giorni nostri: "La Dante è cambiata, innestata sul tronco antico: è cambiato il mondo, sono cambiati i soci, si sono aperte nuove opportunità alla lingua, nuove chiamate a fare... E poi la 'nostalgia' non può essere più la chiave di volta (anche se oggi nel mondo globale c'è una giusta passione nel coltivare le proprie radici). Bisogna fare un percorso dall'Italnostalgia all'Italsimpatia".

"L'Italsimpatia - ha ancora detto - è gusto, moda, voglia di vivere: qui - senza pretese ideologiche - c'è un umanesimo sotteso e sottile. C'è una proposta umanistica nel vivere da italiani. Non è vero che noi italiani non abbiamo un'identità. Non abbiamo un'identità chiusa, ma abbiamo un'umanità italiana, marcata da tanti caratteri regionali".

Intervenuto ad un evento organizzato dal Consolato generale d'Italia, Merlo ha sostenuto a proposito dell'attività della 'Dante' che "la nostra comunità italiana ed io stesso apprezziamo il lavoro che fa in Italia ed in tutto il mondo. E credo di esprimere con questo non solo il pensiero del governo italiano, ma di tutta la classe politica italiana".

Merlo ha ricordato che "il Parlamento italiano ha approvato il finanziamento per la diffusione della lingua e la cultura italiana nel mondo all'unanimità". Tutti d'accordo quindi, ha sottolineato, perché "si considera che questa non sia una spesa, ma un investimento in quello che significano la lingua e la cultura italiana nel mondo".

Infine il direttore dell'Ice a Buenos Aires, Luigi D'Aprea ha spiegato il significato del Forum 'Cult&Tech' collegato con il Congresso: "L'evento è un trampolino, un ponte fra la lingua e la cultura italiana ed il Made in Italy". "Oltre ad accompagnare il concetto settoriale dell'editoria, molto vicina alla lingua italiana, abbiamo pensato di unire il concetto di cinema e di audiovisivi, Perché il cinema, l'immagine sono un grande veicolo di trasferimento del nostro stile di vita, della nostra cultura, ed anche del nostro modo di produrre il 'Made in Italy'".

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